Mondo

Ma il papa griderà al mondo

Il cardinale Renato Martino, di ritorno da Gulu: "Quello che ho visto é troppo atroce".

di Emanuela Citterio

«Nei prossimi giorni spero di essere ricevuto dal Santo Padre, per riferirgli tutto quello che ho visto. È un continuo grido quello che si leva dall?Uganda. Io farò tutto il possibile perché sia portato all?attenzione del mondo». È tornato da pochi giorni dall?Uganda il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace. Lì ha visitato i campi per sfollati colpiti dagli attacchi dei ribelli, tra cui quello di Pagak, vicino a Gulu, l?ospedale di Lacor, le case di accoglienza per gli ex bambini soldato. Vita: Cosa l?ha colpita, cardinale? Renato Martino: Ho visto i pendolari della notte: bambini che lasciano i villaggi e si vanno a rifugiare nelle scuole, negli ospedali cattolici, nelle parrocchie, per trovare un po? di sicurezza. Sono migliaia, decine di migliaia! All?ospedale che ho visitato, quello di Lacor, quella notte ce n?erano 11mila. Non hanno da mangiare, rimangono sotto la pioggia. Sono stato invaso da un senso di impotenza. Ho deciso che quello che posso fare è far sapere al mondo quello che sta succedendo. Vita: In questi mesi è stato invocato più volte l?intervento dell?Onu. Perché la comunità internazionale non interviene? Martino: Una settimana prima del mio arrivo, in Uganda c?era Carol Bellamy, direttore dell?Unicef. In questi giorni c?è stato un nuovo appello di Jan Egeland, vicesegretario dell?Onu per le questioni umanitarie. Io spero che l?Onu si mobiliti. Perché l?Uganda da sola non ce la fa. Vita: Chi ha incontrato nel suo viaggio? Martino: I dialoghi che non scorderò mai sono quelli con gli ex bambini soldato, che ho incontrato nei centri di accoglienza. Il loro corpo tutto martoriato dalle cicatrici per le bastonate ricevute. Ho parlato con una ragazza, violentata dai ribelli, che era lì con il suo bambino, gli altri due rimasti nella foresta. Che esperienza, che futuro per queste persone che ora devono dimenticare! Nel seminario di Gulu ci fu un?incursione un anno mezzo fa e rapirono 40 seminaristi. Ne sono tornati 30. Io ho parlato con alcuni di loro. Non riesco a dire quello che mi hanno riferito? è troppo atroce. Come aiutarli Emergenza profughi: Fondazione Piero e Lucille Corti: c/c postale 37260205 intestato a Fondazione Piero e Lucille Corti onlus – via Napo Torriani 6 – 20124 Milano; www.lacorhospital.org – tel. 02.67076722 Coopi: COOPI; Cesvi: CESVI Insieme si può (progetto per i ragazzi cerebrolesi ospiti dell?ospedale di Lacor): Insieme si può… Avsi: progetti di sviluppo nell?educazione e nella sanità, AVSI Per approfondire: Els De Temmerman, Le ragazze di Aboke, Ares 2004, p. 222, 14 euro È possibile farne richiesta alla casa editrice citando la Fondazione Corti (tel. 02.29526156; saverio.gelao@ares.mi.it). In questo modo una percentuale del ricavato va all?ospedale di Lacor. Con il ricavato delle vendite la casa editrice Ares ha scelto di coprire solo le spese.


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