Famiglia

Ma il concorso fa discutere… Che extra scrittori!

A Mantova il 18 si assegna il nono premio Eks&tra. Un’idea vincente che negli anni passati ha consacrato veri talenti (di Selena Delfino).

di Redazione

Quella del 2003 è la nona edizione. Partito in sordina nella metà degli anni 90, il concorso letterario Eks&Tra, felice intuizione dell?associazione culturale che porta lo stesso nome, è diventato ormai un appuntamento molto atteso. Nata a Rimini, l?iniziativa è ospitata da alcuni anni dal Centro di educazione interculturale della Provincia di Mantova e vedrà la serata finale, con premiazione, nella prestigiosa cornice del Teatro Bibiena. Solo in italiano I candidati sono scrittori, o aspiranti scrittori immigrati di qualsiasi nazione e lingua. Unico vincolo: le opere presentate devono essere redatte rigorosamente in italiano. Il prodotto è quello che insomma viene chiamato ?letteratura migrante?, (Migrant writing nel Regno Unito che ha conosciuto questo fenomeno molto prima di noi), ed è anch?esso una delle conseguenze dell?ondata migratoria alla quale il nostro Paese ha assistito negli ultimi vent?anni. Roberta Sangiorgi, presidentessa dell?associazione, e Corrado Giamboni, l?organizzatore del premio, hanno avuto il merito di capire e saper valorizzare per primi la ricchezza culturale di parole e idee che non hanno mancato di rivelare qualche vero e proprio talento. Per citarne solo alcuni, non possiamo non ricordare Jadelin Gangbo, italo-congolese ora pubblicato da Feltrinelli, Gezim Hajdari, albanese, in seguito vincitore del Premio Montale, il massimo riconoscimento per la poesia in Italia, il togolese Kossi Komla-Ebri che attualmente pubblica con Edizioni dell?Arco-Marna, Jousef Wakkas, siriano, geniale narratore e moderno griot, pubblicato dalle stesse edizioni Eks&Tra. Ma la lista potrebbe continuare: per questo varrebbe la pena leggere tutti i racconti scelti ogni anno per la pubblicazione e raccolti nelle antologie edite da Fara, AdnKronos e Besa. è quella che probabilmente sarà la nuova letteratura, figlia della contaminazione linguistica, definita anche ibrida, creola, meticcia, valorizzata e studiata a partire dalle trasformazioni che la nostra lingua dovrà subire grazie alla sua irruzione. Negli ultimi anni questi concetti hanno raggiunto livelli di importanza e interesse notevoli in ambito letterario e accademico, dove si è però creata una spaccatura fra chi sostiene l?importanza di mantenere queste definizioni e chi proprio ad esse imputa la colpa di aver rinchiuso i narratori in una sorta di gabbia entro la quale la condizione di immigrato ha più importanza di quella di scrittore. Si pensa perciò alla necessità di abbandonare le definizioni per poter permettere a questi autori di essere considerati ?scrittori e basta?. Il Premio Eks&Tra non è stato immune a queste polemiche. Da molti è considerato ormai anacronistico e accusato di creare un ghetto attribuendo etichette poi difficili da scollare. Un?accusa cui Roberta Sangiorgi replica con vigore. “E? una polemica sterile che non ha ragione di esistere”, spiega a Vita. “Potrebbe avere un senso se ogni anno attorno a Eks&tra girassero gli stessi scrittori. Invece succede proprio il contrario: ogni anno ne arrivano di nuovi e questo significa che c?è ancora necessità di una manifestazione di questo tipo. Ormai siamo diventati una sorta di talent-scout. Diamo ai vincitori, e non solo a loro, la possibilità di farsi conoscere. La particolarità di essere scrittori italofoni, permette loro di avere una vetrina che in un premio normale non avrebbero”. Parole e impronte Ma l?accusa è quella di incasellare questi scrittori sotto la categoria di migranti, come se fossero prima migranti che scrittori… “Bisogna andare oltre a questi pregiudizi”, replica la Sangiorgi, “perché il termine ?migrante? non è necessariamente negativo. è uno stato. Fa parte del modo in cui lo scrittore si auto-percepisce. Per questo non lo vedo come una ghettizzazione. Ci sono scrittori che vogliono essere considerati migranti perché il fatto di essere scrittori tout court lo devono proprio a questa loro storia”. Il tema attorno al quale gli scrittori quest?anno si sono cimentati ha un titolo suggestivo: Impronte. Titolo chiaramente ispirato al provvedimento alla legge Bossi-Fini dello scorso anno che prevedeva, fra l?altro, la rilevazione delle impronte digitali ai lavoratori extra Ue. Il vincitore? Per saperlo, appuntamento il 18 maggio a Mantova. di Selena Delfino Info: Tamara Jadrejcic ha vinto il premio Eks&Tra 2002. Il suo racconto é sul sito Eksetra


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