Caro Bonacina, il ministro Tremonti comunica che i fondi dello scudo fiscale (rientro agevolato dei capitali derivanti da evasione fiscale ed esportati illegalmente) sono destinati «innanzitutto a finanziare il 5 per mille». Ma il 5 per mille non è stato inventato a suo tempo proprio dal ministro Tremonti per surrogare i sostegni dello Stato alle organizzazioni che si occupano del sociale, della ricerca, ecc.? Quindi il 5 per mille è tecnicamente una semplice “partita di giro”: lo Stato versa meno per queste organizzazioni (e i tagli si sono visti, anche se sembrano provenire dalle amministrazioni locali, che però li giustificano a loro volta con i tagli subiti da parte dello Stato!) mentre lascia al contribuente di dare direttamente questo sostegno che per sua natura dovrebbe essere in capo alle istituzioni perché assolvono a compiti propriamente loro. L’iniziativa è stata salutata a suo tempo come autenticamente liberale perché consentiva di non lasciar mancare un sostegno a iniziative socialmente utili introducendo una libertà lasciata al cittadino che così si sente più vicino a chi opera, senza fini di lucro, per il bene comune. Dal punto di vista della contabilità dello Stato una operazione senza dubbio scaltra, di grande effetto propagandistico ma “a costo zero”: una partita di giro appunto. E allora che cosa c’è da finanziare? O questa dichiarazione è semplicemente un modo per tentare di ripulire moralmente (ipocritamente!) un provvedimento ingiusto e contro i poveri come tutti i condoni? Contro i poveri, d’altronde, come l’evasione fiscale stessa che questo cosiddetto “scudo” sostanzialmente assolve. Se poi pensiamo al termine “scudo” (oggetto che serve a proteggere le parti più vulnerabili e vitali del corpo), siamo sicuri che gli evasori fiscali e gli esportatori di capitali (considerando che fra questi ci sono anche coloro che li devono ripulire?) siano la parte più vulnerabile e vitale del corpo sociale?
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