Mondo

Ma è proprio vero che la Somalia è il Paese più corrotto del mondo?

di Giulio Albanese

Secondo una classifica stilata da Transparency International (TI), un’organizzazione internazionale con sede a Berlino, la Somalia è per il secondo anno consecutivo il Paese più corrotto del mondo, seguita in ordine da Myanmar e dall’Iraq. Sempre secondo lo stesso computo – ormai è una costante da anni – tra i dieci Paesi più corrotti del mondo figurano vari Stati dell’Africa Subsahariana: oltre alla Somalia nella classifica svettano il Ciad, il Sudan e la Guinea Conakry. Lungi dal voler polemizzare, vorrei solo ricordare il punto di vista illuminato di John Christensen, direttore di “Tax Justice Network” secondo cui “La corruzione prevede sempre due complici: colui che intasca il denaro e colui che lo consegna”. A questo proposito, già da alcuni anni Christensen solleva alcune obiezioni rispetto ad una visione manichea del problema. Il suo ragionamento è molto semplice: se l’indice di Transparency International integrasse anche la “dimensione dell’offerta”, la graduatoria delle nazioni sarebbe assai diversa, e vedrebbe in testa – sostiene Christensen – Paesi come la Svizzera, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti (Cfr.: London Review of Books – John Christensen reviews Raymond Baker’s Capitalism’s Achilles Heel). La questione di fondo, dunque, è che la corruzione – per cui i dittatori di tanti Paesi in via di sviluppo sono tristemente noti – rappresenta un fattore interpretato troppo frequentemente in modo arbitrario da parte di quelle nazioni dove risiede il cosiddetto potere economico-finanziario.Corruptio optimi pessima!


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