Famiglia

Ma da Napoli arriva una risposta innovativa

L'affido é diventato un percorso praticabile.

di Benedetta Verrini

Da scelta eroica a percorso praticabile. è diventato così l?affido, per un gruppo di famiglie di Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, da quando è partito il ?Centro Servizi per la famiglia? pensato da AiBi in parternariato con l’associazione Figli in famiglia e la sponsorizzazione di Chicco. Il modello ha radicalmente cambiato la qualità della vita delle famiglie affidatarie. «Il Centro è il nostro quartier generale» spiega Loredana Cilento, coordinatrice del progetto e mamma affidataria di lungo corso, anche se ha solo 39 anni. «In questa casa, che abbiamo ristrutturato e reso utilizzabile per feste, lezioni, conferenze, avvengono incontri settimanali tra le nostre famiglie affidatarie e tra gli affidatari e le famiglie d’origine, oltre ai colloqui con gli assistenti sociali e i membri della nostra équipe». Lo staff del Centro è un elemento fondamentale per sgravare la famiglia affidataria dalla complessità di situazioni che ogni giorno deve affrontare: ci sono infatti uno psicologo, due educatori, un tecnico della riabilitazione, un legale e tre ?tutor?. «I tutor» spiega la Cilento, «sono figure utili ad aiutare la famiglia nelle incombenze quotidiane, come accompagnare i bambini a scuola o seguirli per qualche ora quando i genitori hanno bisogno di uscire». Attualmente il progetto copre 6 bambini in affido, «ma di fatto ne seguiamo molti di più» prosegue la coordinatrice, «perché con loro, al Centro, arrivano anche i fratellini che sono rimasti nella famiglia d’origine». La presa in carico, infatti, riguarda sia la famiglia affidataria che quella d’origine: un percorso parallelo che deve necessariamente condurre a una convergenza finale, il ritorno a casa del bambino. «La semplice accoglienza in una nuova famiglia non basta a risolvere la situazione» spiega la Cilento. «Bisogna lavorare a fondo anche sulla famiglia d’origine e facilitare l’integrazione tra le due realtà. Negli ultimi mesi, ad esempio, mamme affidatarie e mamme naturali hanno partecipato insieme a laboratori creativi». Il comune di Napoli garantisce alle famiglie affidatarie un contributo economico di 300 euro al mese, che però viene liquidato più o meno una volta all’anno. Nell’area vesuviana non è previsto alcun sostegno economico alla famiglia che prende in casa un bambino in difficoltà. «Per questo il nostro progetto ha previsto anche la copertura delle spese straordinarie e urgenti che riguardano il minore in affido. L’ultima spesa fatta, ad esempio, è stato l’apparecchio per i denti di un bambino di 11 anni». Con l’iniziativa natalizia AiBi ?Chiudono gli istituti, apriamo le famiglie?, la Chicco ha reso possibile l’intero progetto con un contributo di circa 115mila euro, oltre all’impegno a coprire il mantenimento per altri due anni. Questo modello di solidarietà stanno dando frutti molto interessanti: il Centro sta facendo già un secondo corso all’affido familiare, da cui usciranno nuove famiglie disponibili all’accoglienza. «E quelle che non arrivano a questa scelta diventano famiglie di sostegno», precisa Loredana. «Diventano degli amici, insomma, presenti nei momenti di festa e di bisogno, ad aiutare le famiglie impegnate nell’affido».


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