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Ma cos’è “rilevante” per i bimbi?

Appello di Caffo ai giornalisti: bocciate il nuovo codice deontologico

di Redazione

Caro Bonacina, ti mando l?appello che ?Telefono Azzurro? ha lanciato ai giornalisti perché si impegnino a tutelare la riservatezza dei bambini e degli adolescenti, rigettando la bozza di Codice deontologico preparata dall?Ordine dei giornalisti. «Telefono Azzurro invita le associazioni, le autorità e tutti gli esperti del settore a prendere immediatamente posizione affinché il Consiglio nazionale dell?Ordine dei giornalisti nella seduta del 22 dicembre prossimo si impegni a modificare il Codice deontologico predisposto ai sensi dell?articolo 25 della legge 675/1996 nel pieno riconoscimento dei diritti dei bambini e degli adolescenti. I giornalisti italiani nel 1990 approvavano la Carta di Treviso e ne riconfermavano in seguito il valore ribadendone i principi per la salvaguardia della dignità e di uno sviluppo equilibrato del bambino e dell?adolescente. L?ordinamento italiano, infatti, stabilisce che il rispetto del diritto del giovane alla vita privata deve essere rispettato a tutti i livelli, per evitare che inutili danni gli siano causati da una pubblicità che ne comprometta la socializzazione e l?armonico sviluppo. Si ricorda che molto opportunamente l?articolo 114 del nuovo codice di procedura penale fa divieto di pubblicare le generalità e l?immagine dei minorenni testimoni, persone offese o danneggiate dal reato fino a quando sono minorenni; l?articolo 13 del nuovo codice di procedura penale per i minorenni fa divieto anch?esso di pubblicare e divulgare, con qualsiasi mezzo, notizie o immagini idonee a consentire l?identificazione del minorenne comunque coinvolto in un procedimento penale; l?articolo 472 del codice prevede inoltre che il dibattimento si svolga a porte chiuse quando vi sia l?audizione di un minorenne vittima di reato. Dalle norme sopraindicate, integranti i principi della nostra Costituzione, emerge dunque chiaramente che non ha nessuna influenza sul diritto alla riservatezza del giovane la notorietà del fatto da lui commesso o di cui lo stesso sia stato vittima. La Carta di Treviso è andata oltre riconoscendo il diritto primario del bambino alla sua privacy, incoraggiando lo sviluppo di appropriati codici di condotta per proteggere il bambino da informazioni e materiali dannosi al suo benessere e alla sua persona. Per questo si invita il Consiglio nazionale dei giornalisti a voler modificare il codice deontologico laddove tratta di salvaguardia del diritto dei minori richiamando i principi della Convenzione internazionale sui diritti dell?infanzia del 1989 e le norme della Carta di Treviso e del Vademecum del 1995 che più propriamente in questi anni hanno impegnato i giornalisti al pieno rispetto dei diritti dei bambini. Non è accettabile che dopo anni di impegno nel riconoscimento di una nuova cultura dell?infanzia, il giornalismo italiano all?insegna del ?rilevante interesse pubblico? dimentichi in un momento il supremo diritto del bambino e dell?adolescente. Si auspica dunque che la norma sia così scritta: ?Il giornalista al fine di salvaguardare i diritti alla personalità del minore è tenuto a rispettare le norme dell?ordinamento vigente oltre alla Carta dei diritti e dei doveri del giornalista, alla Carta di Treviso e alle sue integrazioni successive. In particolare non può mai pubblicare il nome o altri elementi utili ad identificare il minore coinvolto a diverso titolo in fatti di cronaca garantendogli l?assoluto anonimato. Inoltre nel fornire notizie o pubblicare immagini o fotografie di soggetti minori è necessario riconoscere come primario il diritto del minore alla sua riservatezza rispetto al diritto di critica e di cronaca?. Si ricorda, infatti, che nel bilanciamento tra il diritto d?informazione e il diritto alla riservatezza del minorenne, il legislatore con l?approvazione della legge 675/96 ha inteso confermare ancor più decisamente quanto già previsto in materia di salvaguardia dei diritti dei minori, optando per la prevalenza di questo secondo diritto.

prof. Ernesto Caffo pres. Telefono Azzurro

Risponde R.Bonacina:Caro Caffo, aderiamo senz?altro al tuo appello, anche perché pure noi ci fidiamo poco della capacità che un giornalismo sempre più sensazionalista può avere nel distinguere quando una notizia vada comunque data, anche se parla di un minore. L?articolo 4 della bozza cui ti riferisci, articolo che fa davvero venire i brividi, dice infatti che non possono essere pubblicati ?i nomi di minori coinvolti in casi di cronaca, né si possono fornire particolari in grado di condurre alla loro identificazione, né si possono fornire notizie o pubblicare immagini o foto lesive della dignità della persona, né ci si può soffermare su dettagli di violenza, né si può pubblicare il nome delle vittime delle violenze sessuali?. Salvo però ?rilevanti motivi di interesse pubblico? affidati alla totale discrezione del giornalista.Un articolo che straccia, di fatto, la Carta di Treviso.

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