Non profit
Ma col Fisco va meglio Ci saranno meno tasse
Raccolte fondi,estensione delle agevolazioni,detassazione dei rimborsi di trasferta agli allenatori e agli istruttori volontari:per le associazioni ecco i premi di consolazione
Qualche motivo di consolazione l?associazionismo sportivo ce l?ha e riguarda un aspetto che ha condizionato non poco le attività promosse da oltre ottantamila società sportive che operano in tutta Italia. Novità infatti si registrano sul fronte delle agevolazioni fiscali. La Finanziaria per il 1999, prevede nuove disposizioni tributarie per le società e le associazioni dilettantistiche sportive.
All?articolo 16, infatti, si legge che non concorrono a formare il reddito imponibile delle società sportive, se percepiti in via occasionale e saltuaria, i proventi realizzati dalle società nello svolgimento delle attività commerciali connesse agli scopi istituzionali, e inoltre la raccolta di fondi effettuati con qualsiasi modalità.
Altra novità importante è rappresentata dal fatto che le agevolazioni fiscali fino all?anno scorso previste solo per le associazioni che avevano proventi inferiori ai 128 milioni, oggi si estendono a tutte le società sportive che raggiungono i 360 milioni. Una decisione provvidenziale e a lungo rivendicata dalle associazioni, che per anni hanno sostenuto la necessità di un regime fiscale autonomo, indispensabile alla propria sopravvivenza e a far quadrare i conti del loro bilancio.
Un?altro punto essenziale è rappresentato dalla voce che riguarda i compensi concernenti le attività di trasferta e i rimborsi forfettari agli istruttori e ai dirigenti sportivi che prestano il proprio impegno volontario nelle associazioni: non saranno sottoposti a tassazione compensi fino a 6 milioni complessivi annui per ogni percipiente.
Per l?associazionismo sportivo si tratta insomma di una buona boccata di ossigeno, che allenta non poco quella morsa fiscale, che fino a ieri considerava le società sportive impegnate nella promozione dello sport per tutti, quasi alla stessa stregua delle società professionistiche, disconoscendo il ruolo sociale, che dovrebbe coprire lo Stato.
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