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Ma che vuoi, Tesoro?
Respinta la deroga, ignorata anche una lettera di Prodi. Ma allora, si chiedono preoccupate le ong, chi comanda nel governo?
Neppure una lira verrà più dallo Stato come anticipo sui finanziamenti per i progetti delle organizzazioni non governative (ong) nel Sud del mondo. Che si tratti di beni o di servizi, di una pompa idraulica per un pozzo del Sahara o di una campagna informativa antimine indirizzata ai bimbi bosniaci. Al ministero del Tesoro tirano dritto verso il contenimento della spesa pubblica, ma il prossimo passaporto europeo verrà stampato sulla pelle dei poveri del mondo. Sì, perché aiutare lo sviluppo pare essere diventato un reato contro l?Europa.
La regola, ferrea, introdotta nell?ultima Finanziaria pugnala alla schiena le associazioni di volontariato internazionale. Fondata sulla ratio che chi non ha capitale proprio non potrà più lavorare con fondi anticipati dallo Stato, dà semaforo verde alle imprese e invece inchioda chi ha sempre fatto solidarietà per professione. Ma le ong italiane, che speravano in una deroga ?vidimata? da Prodi, si ribellano contro il ?torchio? del Ragionere generale dello Stato, Andrea Monorchio. E chiedono subito al governo un disegno legislativo ad hoc, per sbloccare la situazione.
Con grave ritardo, anche il sottosegretario agli Esteri Rino Serri ha lanciato l?allarme, parlando di «errore» e di «ingiustizia? da parte del Tesoro, invocando «una deroga per le ong», ricordando che negli ultimi anni la cooperazione italiana è andata avanti con scarsissime risorse, gestite «con rigore e trasparenza». Ma la reazione delle ong è unanime: Serri-fuori, Serri-fuori. Perché? «Serri è arrivato buon ultimo, il suo è stato solo un ?comunicato Calimero?», commenta Raffaele Salinari, presidente del Cocis, il coordinamento delle ong, riferendosi alla famosa frase del pulcino nero, ?È un?ingiustizia però?. «Il ministero degli Esteri», continua Salinari, «avrebbe dovuto negoziare prima e meglio con quello del Tesoro, già nella fase di definizione della Finanziaria. Eppure esiste una lettera, indirizzata il 13 marzo alla Rappresentanza unitaria delle ong, in cui Romano Prodi scriveva testualmente di «rendersi conto che l?estensione del divieto alle amministrazioni pubbliche di concedere anticipazioni del prezzo in materia di contratti d?appalto di lavori di forniture e di servizi si ripercuoterebbe sulla cooperazione allo sviluppo e sulle attività all?estero del volontariato». Il presidente del Consiglio assicurava pieno appoggio al disegno di legge della Farnesina, affinché le iniziative degli organismi non profit facessero eccezione al divieto imposto dal Tesoro sull?erogazione di anticipi. Eppure, di fatto, il Tesoro ha bocciato la proposta di legge appoggiata da Prodi. Ma allora chi comanda in Italia? Prodi, Ciampi e Serri, fanno ancora parte dello stesso governo? Da come verrà risolta questa crisi fra presidente del Consiglio, Tesoro e Farnesina sapremo anche se il Parlamento potrà licenziare una vera riforma della cooperazione oppure solo un suo riordino, di tipo ragionieristico e non politico».
Secco Luca Jahier, presidente della Focsiv (la Federazione delle ong cristiane): «Il maglio del Tesoro si sta abbattendo ormai da tempo sulle ong. Insomma, i poveri devono continuare a far la fame perché noi dobiamo ?fare cassa? per entrare in Europa. Ma così fra qualche mese le ong potrebbero dover bloccare tutti i progetti finanziati con fondi del governo. Se così sarà, denunceremo l?accaduto pubblicamente; ai governi del Sud del mondo con cui lavoriamo, ai nostri partner e alle Chiese».
Cattivi pensieri, infine, quelli di Rosario Lembo, presidente del Cipsi (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale): «Nelle Finanziarie del passato si era sempre ottenuta una deroga per gli anticipi. Oggi però tanto disinteresse da parte del ministero degli Esteri potrebbe tradire una scelta tattica: se è vero che la prossima riforma della cooperazione ne sottrarrà alla Farnesina la gestione diretta per passarla magari a qualche ?agenzia?, perché mai il suo Gotha politico-diplomatico dovrebbe oggi cercare di salvare la cooperazione di base?
Un manuale
Studiare da volontari
«Vogliamo diffondere ciò che abbiamo imparato in tanti anni di attività nel Sud del mondo. Anche perché questo è uno dei principali obiettivi di una ong». Lo afferma Francesco Petrelli, curatore della guida ?Teorie dello sviluppo e nuove forme di cooperazione?, realizzata da Movimondo con contributi europei. Un manuale per gli operatori che desiderano incidere di più nei propri ambiti di studio o lavoro. La guida scaturisce dall?omonimo corso, durato tre anni, che ha portato gli esperti del settore comunicazione di Movimondo in sette città italiane: nove i seminari realizzati, 350 gli iscritti. Fruitori del corso, giovani in cerca di prima occupazione, fra cui molte donne e numerosi volontari, collaboratori di altre ong, studenti universitari e insegnanti, funzionari delle ambasciate dei Paesi in via di sviluppo presenti in Italia. I capitoli della guida analizzano i vari modelli di cooperazione, la politica di cooperazione dell?Ue, le imprese e la cooperazione economico-commerciale, il ruolo delle ong italiane, della donna e dell?ambiente.
Per richiedere il manuale ci si può rivolgere a Movimondo, piazza Albania 10, 00153 Roma, che risponde al tel. 06/57300330, oppure al fax 06/5744869.
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