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M.O. Pacifista italiano in carcere oggi conoscerà la propria sorte

Conoscerà oggi la propria sorte, dalla Suprema Corte di Tel Aviv, il pacifista veronese Giordano Tommasi, 23 anni, processato, assolto ma ancora in carcere

di Paul Ricard

Conoscerà oggi la propria sorte, dalla Suprema Corte di Tel Aviv, il pacifista veronese Giordano Tommasi, 23 anni, arrestato venerdi’ scorso a Gerusalemme, processato, assolto ma ancora trattenuto in Israele per aver filmato la cattura di un altro pacifista americano durante una manifestazione contro la costruzione del Muro di separazione dai Territori palestinesi. Nonostante sia stato assolto, sabato, nel processo per direttissima che lo vedeva imputato di spionaggio, Tommasi da cinque giorni non e’ stato ancora rilasciato: prima detenuto in carcere, poi, da domenica, trattenuto in un centro di raccolta a Maasiahu, nei pressi dell’aeroporto di Tel Aviv, in attesa delle decisioni delle autorita’ israeliane. La sua vicenda viene seguita dall’ambasciata italiana a Tel Aviv, che e’ in contatto con la famiglia a Verona. Dal giorno del processo, Tommasi sta attuando lo sciopero della fame. Nell’ ultimo contatto telefonico avuto con l’Italia, ha tuttavia rassicurato i familiari sul fatto che sta bene. Ieri la Corte Suprema di Tel Aviv – ha riferito la famiglia – ha accettato di esaminare l’istanza in appello del legale di Tommasi contro l’eventuale misura di espatrio nei suoi confronti. Il giovane – questo e’ il motivo del suo sciopero della fame – chiede invece che le autorita’ israeliane, rispettando la sentenza del tribunale che lo ha assolto, semplicemente lo rilascino, consentendogli di rientrare in Italia da cittadino libero. La Corte Suprema comunicherà oggi la propria decisione. Il padre, Lorenzo Tommasi, ha spiegato che il figlio era stato arrestato dalla polizia per essersi rifiutato di consegnare le riprese filmate con cui aveva documentato, davanti alla Porta di Damasco, il comportamento dell’esercito israeliano durante l’arresto di un suo amico americano, Peter Kevin Lawny. Nel processo cui era stato sottoposto il giorno seguente, il giudice aveva pero’ assolto Tommasi, decidendone la scarcerazione. Nonostante cio’ – rileva sempre il padre – il giovane veronese e’ stato trattenuto dalla polizia per ”motivi di sicurezza’ e tradotto al carcere di Tel Aviv. ”Tutto questo – conclude Tommasi – senza che noi famigliari fossimo messi al corrente di alcunche’, se non da una telefonata domenica da parte di una cittadina italiana occasionale testimone dell’accaduto”.


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