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M.O. l’Iraq oscura la mattanza nei territori

nei Territori la scia di sangue continua ad allungarsi e nelle ultime 24 ore altri sette palestinesi sono stati uccisi in nuove incursioni dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza e in Cisgior

di Redazione

Con i suoi sinistri bagliori, la guerra in Iraq ha oscurato il conflitto israelo-palestinese, ma nei Territori la scia di sangue continua ad allungarsi e nelle ultime 24 ore altri sette palestinesi sono stati uccisi in nuove incursioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, dove dall’inizio dell’anno si contano gia’ 264 morti, compresa una giovane pacifista americana travolta da un bulldozer. E’ la denincia del corrispondente dell’Ansa. Da Ramallah, il ministro della cooperazione internazionale Nabil Shaath ha intanto annunciato che il premier incaricato Mahmud Abbas (Abu Mazen) dovrebbe fare il punto stasera con il presidente Yasser Arafat sull’andamento delle consultazioni per la formazione del nuovo governo palestinese, che sembrano ormai essere entrate in dirittura d’arrivo. ”Le consultazioni vanno avanti e Abu Mazen e’ piu’ vicino alla formazione del suo governo. Ci sono buone possibilita’ che possa farlo la prossima settimana”, ha dichiarato all’Ansa il ministro palestinese. Ancora una volta, teatro dell’ultima, sanguinosa incursione dell’esercito israeliano e’ stata Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza e al confine con l’Egitto, dove una trentina tra carri armati e bulldozer corazzati, appoggiati da elicotteri da combattimento, sono penetrati ieri notte nel campo profughi di Brazil, alla periferia sud-est della cittadina palestinese. Obiettivo dell’incursione – conclusasi all’alba con un pesante bilancio di quattro palestinesi uccisi e altri sette feriti assieme a quattro soldati – era la demolizione di alcune abitazioni del campo che, a detta degli israeliani, nascondevano tunnel scavati dai miliziani per contrabbandare armi dal vicino Egitto. Secondo fonti militari israeliane, le quattro abitazioni distrutte erano disabitate, ma i palestinesi hanno ribattuto che almeno due erano invece abitate dalla famiglia degli Al Shafi’. Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali dei quattro palestinesi uccisi a Rafah, solo uno dei quali, Mahmud Shaat (24 anni), un miliziano della Jihad islamica, e’ stato colpito negli scontri con i soldati israeliani, mentre gli altri tre – Ibrahim Abu Shalluf (18), Wissam Abdelkarim Al Shaar (19) e Walid Al Liddawi (20) – erano disarmati e sono stati raggiunti da razzi sparati dagli elicotteri o dai carri armati, uno dei quali si e’ ribaltato per l’esplosione di una mina, provocando il ferimento di quattro militari. Nell’altro campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, un quinto palestinese, Iyad Alyan (30 anni) e’ stato poi ucciso nel pomeriggio dal fuoco dei soldati israeliani, che hanno ugualmente ucciso due palestinesi in Cisgiordania: un adolescente, Jihad Nazzal (14 anni), a Kalkylia; e un miliziano di Hamas ricercato, Adel Rayyan (28 anni), a Nablus, dove ha cercato di sfuggire alla cattura e ha ferito due soldati prima di essere abbattuto. E sempre in Cisgiordania, almeno diecimila palestinesi, tra i quali decine di miliziani armati, hanno partecipato a Jenin a una manifestazione convocata nel primo anniversario della sanguinosa battaglia di un anno fa a Tora Bora, il locale campo profughi, e che si e’ presto trasformata in una dimostrazione contro l’attacco anglo-americano in Iraq e a sostegno di Saddam Hussein. Per un migliaio di palestinesi della vicina Tulkarem, dove l’ esercito israeliano ha avviato ieri un massiccio rastrellamento, e’ invece rimasto anche oggi in vigore il divieto di rientrare per tre giorni nella cittadina nel nord della Cisgiordania dopo gli interrogatori a cui i maschi tra i 15 e i 55 anni vengono sottoposti prima di essere ”temporaneamente” espulsi. Un provvedimento denunciato come ”punizione collettiva” dai palestinesi e della cui legittimita’ anche una parlamentare della sinistra israeliana, Zahava Gal’on (Meretz), ha chiesto conto alla Corte suprema.


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