Mondo

M.O. inarrestabile la spirale di violenza

Sono già otto i morti nelle ultime 12 ore, 55 i feriti. Sharon sembra sempre più solo.

di Redazione

E’ inarrestabile la spirale di violenza nei territori e in Israele. Il bilancio di una notte e una mattina di scontri e attentati conta già otto morti e 55 feriti, mentre per l’ennesima volta le forze armate israeliane sono tornate a colpire edifici delle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese a Khan Younis, nella striscia di Gaza. Il sangue comincia a scorrere poco dopo le due di notte a Tel Aviv, quando un palestinese apre il fuoco con un fucile d’assalto M16 contro due ristoranti e un pub della centralissima via Petah Tikva. Tre israeliani muoiono sotto i colpi, prima che l’aggressore, originario di un campo profughi nella striscia di Gaza, venga ucciso da un agente di polzia e da un cliente di uno dei locali. Poche ore più tardi, mentre Israele si sveglia con la notizia della strage, le truppe entrano nella cittadina di Dura, a sud di Hebron, considerata una roccaforte degli estremisti. Un membro di “Forza 17”, il corpo d’elite di Yasser Arafat, rimane ucciso e altre dieci persone, tra cui una ragazzina di 13 anni, sono ferite. Quasi contemporaneamente un kamikaze fa esplodere la carica che porta addosso su un autobus di linea ad Afula, nel nord del Paese. Il mezzo è quasi vuoto e la deflagrazione uccide l’attentatore e un passeggero israeliano, mentre altre dieci persone rimangono ferite. I cecchini entrano invece in azione vicino a Efrat, insediemento che sorge alle porte di Gerusalemme: una donna viene uccisa e suo marito lievemente ferito dai colpi sparati contro l’auto su cui viaggiano. Ma oggi la reazione agli attentati palestinesi trova eco nell’estremismo israeliano. All’azione dei militari si aggiunge quella di un misterioso gruppo, “Vendetta dei bambini assassinati”, che piazza tre ordigni nel cortile di una scuola palestinese nel quartiere gerosolimitano di Zur Bajer. Uno solo esplode e ferisce un insegnante e quattro studenti. La mattinata si chiude con un giallo. Una violenta esplosione devasta un garage a Hebron. Secondo diverse fonti si tratta della deflagrazione anzitempo di un ordigno che due miliziani, rimasti uccisi, stavano preparando. Ma fonti sanitarie smentiscono che ci siano state vittime. Sharon intanto sembra sempre più solo sia sul fronte internazionale che sul fronte interno. Il capo dell’opposizione israeliana, Iosi Sarid, leader del blocco pacifista Merets, chiede a Sharon di prendere atto del fatto che “non si può eliminare l’aspirazione dei palestinesi all’indipendenza e la determinazione ad ottenerla”. “Non ci sono dubbi sul fatto che Arfat sia la nostra disgrazia – dice il deputato – ma a Israele è capitata una sventura in più, dato che il suo destino e’ determinato da Sharon, dal ministro della difesa Ben-Eliezer (laburista, ndr) e dal capo di stato maggiore, Shaul Mofaz”.


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