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M.O. il cardinal Sivestrini, l’Ue non conta e gli Usa non capiscono

Il cardinale Achille Silvestrini traccia questa analisi, sulla stessa lunghezza d'onda si e' espresso l'ex presidente dei comunisti italiani Achille Occhett

di Paul Ricard

”L’Europa ha un solo difetto: non ha volonta’ politica ed istituzioni che la esprimono per intervenire in Medio Oriente, pur avendo la comprensione del problema israeliano- palestinese. Comprensione che invece manca nel popolo e nei rappresentanti degli Stati Uniti, dove invece potrebbero e dovrebbero intervenire con autorevolezza e autorita’ per far tornare le parti al negoziato ma non lo fanno”. Il cardinale Achille Silvestrini traccia questa analisi dello stallo del lavoro diplomatico in Terra Santa durante il convegno ”Guerra e pace” promosso dal Centro Russia ecumenica con la partecipazione, fra gli altri, dell’ex presidente della Quercia Achille Occhetto, dello storico Pietro Scoppola e dello scrittore Michele Figurelli. ”Chi capisce non puo’ e chi puo’ non capisce” sintetizza con una battuta il porporato. Ex ”ministro degli Esteri” vaticano negli anni della ost-politik, il cardinale si e’ scagliato contro la logica di potenza unilaterale statunitense dopo gli attentati dell’11 settembre. ”Credo che vadano sottoposte a critica -e’ il suo pensiero- le forme di unilateralismo portate avanti oggi dagli Stati Uniti. Come facevamo un tempo con l’Unione sovietica cosi’ dovremmo fare oggi con gli Stati Uniti: certi atteggiamenti unilaterali vanno criticati ora, senza aspettare che degenerino in sconfitte e disastri”. Sulla stessa lunghezza d’onda si e’ espresso l’ex presidente dei comunisti italiani Achille Occhetto, che ha duramente criticato ”la militarizzazione” dei problemi politici mondiali che c’e’ stata dopo l’11 settembre: ”tanto in Medio Oriente quanto in Asia centrale, nello scenario internazionale le armi hanno sostituito l’egemonia economica e l’urgenza di trovare strumenti di controllo della global governance”. ”Si e’ persa l’occasione storica -ha detto- di creare una partnership mondiale contro il terrorismo come era sembrato possibile dopo gli attentati a Manhattan” mentre ”il problema di fondo del millennio rimane lo sviluppo della democrazia a livello planetario” e quindi ”la riforma delle Nazioni Unite”. Quanto al Medio Oriente, ”l’Occidente ha messo in condizioni di disperazione il leader arabo piu’ moderato dei Paesi islamici (Arafat, n.d.r.)” e’ stato il suo duro commento. Con la conseguenza, ha aggiunto, che ”l’ala moderata dell’Autorita’ nazionale palestinese guidata da Arafat e’ stata messa in disparte” con il degenerare del conflitto, ora in mano alle frange piu’ estreme tanto dell’una quanto dell’altra parte in causa.

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