Cultura

M.O. Frati Betlemme, la gente è stanca

In 2 anni e mezzo di Intifada da Betlemme sono andati via 2.000 cristiani. Gli altri sopravvivono con grande difficoltà per il blocco decretato da Israele alla città

di Redazione

In due anni e mezzo di Intifada da Betlemme sono andati via 2.000 cristiani. Gli altri sopravvivono con grande difficolta’ perche’ il blocco decretato da Israele alla citta’ di Gesu’ ha determinato la chiusura degli alberghi e dei ristoranti e la sospensione delle attivita’ di quasi tutti gli artigiani che vendevano i loro prodotti ai pellegrini. “La gente – dice Padre Ibrahim Faltas, direttore delle opere sociali dei padri francescani – e’ stanca. Fino ad un mese e mezzo fa tutti erano costretti a starsene a casa perche’ c’era il coprifuoco e noi eravamo costretti a fare scuola ai ragazzi soltanto per tre o quattro ore un paio di giorni alla settimana. La polizia palestinese non esiste piu’ ed e’ un miracolo che qui non stia accadendo quello che succede in Iraq”. Padre Ibrahim, che l’anno scorso fu uno dei protagonisti della difficile trattativa per liberare la Basilica della Nativita’, per 39 giorni occupata dai palestinesi e assediata dall’esercito israeliano, ritiene improrogabile “un cambiamento politico, che riapra il processo di pace”. “L’America – continua il religioso – vuole Abu Mazen. Speriamo che ce la faccia e che si risolva il problema”. Rispondendo ai giornalisti che hanno accompagnato a Betlemme la delegazione dei vescovi italiani, Padre Ibrahim ha ricordato di “terribili giorni” dell’assedio, quando i francescani hanno tentato in ogni modo di soccorrere, le 240 persone che si erano rifugiate nella Basilica. “Mai – ricorda – hanno sparato da dentro verso gli israeliani, non lo abbiamo consentito. Siamo sempre stati contro i palestinesi che venivano a Betlemme per sparare. E’ un grande sbaglio usare le armi e penso – conclude il religioso – che siamo ad una svolta: i palestinesi accerteranno qualsiasi soluzione perche’ vogliono vivere”. Minor fiducia verso le prospettive che sembrano aprirsi nutre il sindaco di Betlemme Hanna J. Nasser “la situazione – dice ai giornalisti – e’ molto triste e la causa di tutto quello che stiamo vivendo. Se Israele si ritira – scandisce Nasser – il problema e’ risolto”. Secondo il sindaco “occorre trovare una soluzione politica” e il governo di Abu Mazen potrebbe rappresentare “un importante passo avanti, ma e’ tutto da verificare”. Ancora piu’ pessimista e’ il presidente dell’Associazione degli artigiani di Betlemme Zacharia Zacharia, che mostra sconsolato ai giornalisti le macchine ferme della sua falegnameria: “qui – racconta – lavoravamo in 25 persone, oggi siamo solo in 3. Non c’e’ nessuna possibilita’ di andare avanti. E troppe volte ci siamo illusi di essere ad un passo dalla pace e poi le cose sono andate come sappiamo. Israele dice di volere la pace ma costruisce un muro per isolarci. Non credo – sono ancora parole del rappresentante degli artigiani – alle parole di Sharon che e’ sempre stato un nemico dei palestinesi”.


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