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M.O. chi sono i 13 miliziani palestinesi che nessuno vuole
Sono quasi tutti delle 'Brigate martiri Al-Aqsà, la milizia legata ad Al-Fatah, il movimento di Yasser Arafat, i 13 miliziani palestines. Una scheda
Sono quasi tutti delle ‘Brigate martiri Al-Aqsà, la milizia legata ad Al-Fatah, il movimento di Yasser Arafat, i 13 miliziani palestinesi che – in base all’accordo per sbloccare l’assedio alla Basilica della Natività a Betlemme, dove sono asserragliati da 35 giorni – dovrebbero prendere la strada dell’esilio, ma che nessun Paese sembra per ora pronto ad accogliere. Israele li accusa di una serie sanguinosa di agguati e attentati. Dalla prima lista di dieci ‘ricercati’ resa nota pochi giorni fa dal portavoce militare israeliano, quattro nomi sono stati però depennati e altri sette sono stati aggiunti.
Per Israele, i ‘principali ricercati’ restano comunque i sei compresi nell’iniziale lista: tre miliziani delle ‘Brigate Al- Aqsà, due militanti integralisti di Hamas e il capo del servizio d’informazione generale palestinese a Betlemme. Tra i miliziani delle ‘Brigate Al-Aqsa’ candidati all’esilio (nove in tutto), Israele sembra considerare ”più pericolosi” Ibrahim Mussa Salem Abayat (29 anni) e Muhammad Said Attallah Salem (23 anni). Succeduto ai cugini Hasin e Atef Abayat (uccisi in ‘esecuzioni mirate’ israeliane) alla guida della milizia nella zona di Betlemme, il primo sarebbe stato coinvolto nei tiri di mortaio contro il vicino rione ebraico di Ghilo’, nella zona occupata di Gerusalemme, e sarebbe stato responsabile (tra il giugno 2001 e il gennaio 2002) dell’uccisione di tre israeliani (tra cui un ufficiale dell’esercito). Il secondo è invece accusato di aver pianificato due attentati suicidi a Gerusalemme (in un quartiere ultraortodosso e in un supermercato). Di analoghi agguati e attentati, sono accusati anche gli altri sette miliziani delle ‘Brigate Al-Aqsà asserragliati nella Basilica della Natività: Jihad Jaara, Ahmed Hamamreh, Rami El-Kamel, Anan Khamis, Mahmoud Nawawreh, Mohamed El-Hanna e Khaled Abu Nijmeh. Fra i tre militanti di Hamas ugualmente assediati nella Basilica, spiccano i nomi di altri due membri della ‘grande famiglia’ degli Abayat, Ibrahim Mahmud Salem (41 anni) e Aziz Halil Muhammad (31 anni). Il primo sarebbe uno dei capi nella zona di Betlemme di ‘Ezzedin El-Qassam’, il braccio armato del movimento integralista palestinese. Il secondo un esperto nella fabbricazione di ordigni esplosivi e mandante di un attentato suicida sventato all’inizio dell’anno a Gerusalemme. Nessuna notizia è invece disponibile su Khalil Abdullah, il terzo militante di Hamas asserragliato nella Basilica. L’ultimo candidato all’esilio, Abdullah Daud Mahmud A-Khader (41 anni), originario del campo profughi di Balata (vicino Nablus) e capo a Betlemme del servizio d’informazione generale palestinese (guidato dal colonnello Tawfiq Tirawi), è accusato di ”molteplici attacchi terroristici”, della fabbricazione di ordigni esplosivi, di contrabbando d’armi e anche di aver ”dato rifugio a membri operativi di altre organizzazioni terroristiche”.
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