Cultura
M.O. Cardinal Ruini invita ai pellegrinagi in Terra Santa
L'appello da Gerusalemme. Domani un folto gruppo di atleti del Csi parteciperà alla maratona-pellegrinaggio sino a Betlemme
di Paul Ricard
”Non abbiate paura a venire in Terra Santa, non ci vuole un coraggio particolare, ne’ altri accorgimenti. E’ un pellegrinaggio sereno, che da’ soddisfazione”. E’ l’appello che il card. Ruini, presidente della Cei ha lanciato oggi da Gerusalemme, dove si trova in pellegrinaggio con oltre 200 partecipanti provenienti dalla diocesi di Roma e da altre citta’ italiane. Tra loro anche un folto gruppo di atleti del Csi, Centro sportivo italiano, che domani parteciperanno alla maratona-pellegrinaggio Gerusalemme-Betlemme. ”In questi giorni – ha detto Ruini al servizio di informazione religiosa promosso dalla Cei e a Sat2000 – sono molte le diocesi in pellegrinaggio in Terra Santa. Molte, poi, sono gia’ state e altre stanno per partire. L’appello che i vescovi della Cei hanno lanciato giusto un anno fa, proprio da qui, da Gerusalemme, a tornare nei Luoghi Santi e’ stato ampiamente raccolto e questo ci da molta gioia anche pensando alle tristi condizioni in cui versano tanti nostri fratelli cristiani in Palestina”. Secondo il presidente della Cei ”la presenza dei pellegrini ha anche una valenza politica: esprime infatti solidarieta’ e attenzione e induce ebrei e musulmani a tenere conto dei cristiani che, pur minoranza, sono presenti e vivono qui. C’e’ un altro aspetto ancora: venire qui, tra questi fratelli, infonde loro coraggio a restare e offre concrete possibilita’ economiche di lavoro”. ”Il futuro di questa terra – ha aggiunto Ruini – spero sia di riconciliazione. Venendo qui ho avuto l’impressione che la situazione sia piu’ tranquilla che tre anni fa quando ho percepito anche in Galilea una situazione di emergenza”. Intanto, padre Giovanni Battistelli, custode di Terra Santa, ha lamentato che ci sono ancora problemi per il rilascio dei visti da parte degli israeliani ai religiosi: ”Sono 800 anni che siamo qui ma solo adesso stiamo avendo tali difficolta’. Non saremo certo noi francescani a creare dei problemi al Governo israeliano ma per noi parla l’azione che per secoli abbiamo condotto in questi luoghi: essere operatori di pace e testimoni del bene. Non credo, tuttavia, ad una strategia del Governo contro la Chiesa e la Custodia in particolare. Ritengo che il problema possa essere risolto con un po’ di buona volonta”’.
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