Mondo

M.O.: Agnoletto, il mio pestaggio

L'ex-portavoce del Gsf racconta le violenze subite all'areoporto di Tel Aviv. «Mi hanno preso a pugni in una stanza»

di Giampaolo Cerri

«Mi hanno portato via, trascinato in una stanza e in quattro hanno cominciato a picchiarmi. Io urlavo come un pazzo, mentre gli agenti mi prendevano a pugni sulla faccia e mi sbattevano contro il muro. Sono caduto a terra e mi sono montati sulla schiena con le ginocchia torcendomi un braccio». Raggiunto al telefono dall’Adnkronos all’aeroporto di Atene il leader dei no global, Vittorio Agnoletto ha raccontato il trattamento subito da parte israeliana al suo arrivo, insieme ad una delegazione di parlamentari, intellettuali e sindacalisti italiani, a Tel Aviv. «E’ stato così che gli altri del gruppo, sentendo le urla – riferisce il presidente della Lila- hanno deciso di interrompere la resistenza passiva che avevamo cominciato sedendoci a terra, e di lasciarsi imbarcare sull’aereo. Non eravamo tenuti a farci massacrare per forza». La delegazione è stata quindi caricata su un aereo dell’Olympic.«Sono due ore mezzo che siamo ad Atene -dice Agnoletto- ed ancora nessun funzionario della Farnesina ha preso contatto con noi. Oltre al modo in cui è avvenuto il tutto, è completamente illegale anche il procedimento seguito per l’espulsione, che prevede il rientro nel paese di appartenenza, e non l’abbandono in un qualsiasi punto intermedio».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA