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M.O. Accoglienza dei 3 Palestinesi costerà 600 mila euro anno

La cifra è contenuta nel decreto legge di 4 articoli, varato oggi dal Consiglio dei ministri per dare ospitalità temporanea, fino a 12 mesi, agli esuli.

di Redazione

Il governo dovrà farsi carico di una spesa pari a seicentomila euro per l’accoglienza in Italia dei tre miliziani palestinesi in partenza da Cipro. La cifra è contenuta nel decreto legge di 4 articoli, varato oggi dal Consiglio dei ministri per dare ospitalità temporanea, fino a 12 mesi, agli esuli. ”Agli oneri derivanti dall’applicazione del presente decreto -si legge nel testo del provvedimento- valutati in euro seicentomila, si provvede per l’anno 2002 mediante l’utilizzo del fondo di riserva per le spese impreviste dello stato di previsione della spesa del ministero dell’Economia e delle Finanze”. Il dicastero di via XX settembre, ”è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio”. ”In deroga alla vigente legislazione -si legge al comma 1 del primo articolo del provvedimento- e’ autorizzato, in attuazione delle deliberazioni adottate dall’Ue, l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, alle condizioni previste dal presente decreto, fino ad un periodo massimo di dodici mesi, di tre cittadini stranieri richiedenti accoglienza per ragioni umanitarie, purche’ inclusi nella lista dei tredici trasferiti nell’isola di Cipro in base alle intese intercorse tra l’Autorita’ palestinese e il governo israeliano”. I tre palestinesi si impegnano a dichiarare, attraverso la ”rappresentanza diplomatica italiana competente o altra autorita’ delegata”, la propria identita’ (nome, cognome e nazionalita’), la ”disponibilita’ a trasferirsi volontariamente in Italia per una permanenza temporanea”, ”l’accettazione delle condizioni di accoglienza previste dall’articolo 2”. I ”soggetti ammessi” in Italia, spiega l’articolo 2 in 4 commi, ”sono accolti a cura e spese dello Stato” presso ”strutture appositamente individuate”. Il ministro dell’Interno adotta per tutta la durata del soggiorno, le ”misure adeguate per la tutela della sicurezza personale degli stranieri accolti e per prevenire pericoli per l’ordine pubblico e la sicurezza interna ed internazionale degli Stati membri dell’Unione europea”. In ”qualunque momento -si precisa nel testo- ove ne sussistano i presupposti”, gli esuli ”potranno lasciare il territorio nazionale, senza che cio’ costituisca titolo per ritornarvi”. ”L’allontanamento non concordato dalla strutture costituisce rinuncia all’ospitalita”’. E la ”violazione delle prescrizioni impartite dall’autorita’ di pubblica sicurezza comporta l’adozione dei provvedimenti necessari fino all’espulsione immediata”.

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