Politica

Lupi: sui telepass troveremo una soluzione adeguata

A pochi giorni dalla protesta del 3 aprile, il ministro Lupi rinnova la promessa di una soluzione. Anche perché il quadro normativo è cambiato

di Sara De Carli

«Assicuro che il MIT, ben consapevole dei disagi cui è sottoposta la suddetta categoria, si adopererà, al fine di individuare, in tempi brevi, una idonea soluzione alla problematica in esame»: così il ministro Maurizio Lupi ha risposto a un’interrogazione a risposta in commissione (la numero 5-02165) presentata dal deputato Filippo Fossati sul mancato rinnovo della convenzione per il telepass gratuito per le ambulanze in servizio (qui la risposta integrale).  

L’interrogazione andava a ricordare al ministro il suo impegno a «un intervento normativo con l'obiettivo di una chiara definizione dei veicoli «adibiti al soccorso» ed il mantenimento del telepass esente in comodato d'uso gratuito senza ulteriori aggravi burocratici ed organizzativi a carico delle associazioni di volontariato». Lo scorso 27 marzo il ministro ha spiegato che «Autostrade per l'Italia riferisce che negli ultimi anni sono state riscontrate numerose irregolarità nell'uso dei suddetti telepass: spostamenti – non autorizzati e non comunicati – di apparati da un'autoambulanza a un'altra, anche appartenenti ad altre associazioni, nonché utilizzo del telepass esente per transiti di semplice trasferimento, per convenzioni stipulate dalle associazioni con ASL e/o le Regioni, oppure per trasporti richiesti da privati, insomma nulla a che vedere con le condizioni previste al riguardo dal Codice della strada e dalla circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 3973 del 1997». In sostanza “l’accusa” di Autostrade per l’Italia è che il telepass gratuito venga utilizzato dalle ambulanze non solo quando sono in servizio per il 118, ma anche per i viaggi effettuati per trasporto sanitario, sempre a bordo dell’ambulanza.

Si tratta cioè di un’interpretazione della circolare del 5 agosto 1997 n. 3973 del Ministero dei lavori pubblici, su cui appunto – diceva Fossati – è necessario un intervento normativo con l'obiettivo di una chiara definizione dei veicoli «adibiti al soccorso», cosa su cui peraltro il ministro Lupi si era impegnato. Anche perché sulla definizione di soccorso si è espressa anche la Corte di giustizia europea, dicendo che «i servizi pubblici di soccorso comprendono solitamente sia i servizi di trasporto medico d'urgenza sia servizi di trasporto sanitario qualificato». Il ministro stesso infatti ha aggiunto che «proprio di recente è entrato in vigore il decreto legislativo n. 43 del 2014, di attuazione della direttiva 2011/76/UE (EURO VIGNETTE): l'articolo 2, comma 4, lettera a), di detto provvedimento legislativo prevede, ferme restando, invero, le disposizioni di cui al citato articolo 373 del decreto del Presidente della Repubblica n. 495 del 1992, «la possibilità di aliquote di pedaggi ridotte o esoneri dall'obbligo di pagare il pedaggio, tra l'altro, per gli autoveicoli dei servizi di pronto intervento, ivi compresi quelli effettuati mediante ambulanza anche per il trasporto di feriti o malati».

Lupi pertanto ha concluso che «nel quadro normativo così venuto a delinearsi, assicuro che il MIT, ben consapevole dei disagi cui è sottoposta la suddetta categoria, si adopererà, al fine di individuare, in tempi brevi, una idonea soluzione alla problematica in esame».
 


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