Volontariato

L’uomo senza passato, una fiaba contemporanea

Recensione del film "Uomo senza passato" di Aki Kaurismaki

di Giuseppe Frangi

Chi non ha mai sognato, almeno una volta, di poter azzerare la propria vita e di provare a ricominciare? Se non per desiderio, almeno per curiosità, tutti. Aki Kaurismaki, regista finlandese, tanto spregiudicato quanto poetico, quasi per divertimento, ha accettato la sfida: il suo Uomo senza passato, è infatti la storia di una persona colpita alla testa da tre malviventi, che nel momento di riprendere coscienza non sa più nulla di se stesso. Kaurismaki, con mano divertita ma piena di sensibilità, gli fa ricominciare la vita dal fondo. Senza nome, senza soldi, senza casa, il protagonista si trova tra gli homeless di Helsinki, con un container come domicilio. Kaurismaki è magistrale nell?essenzialità con cui aderisce al suo personaggio: un?essenzialità esaltata dalla bellissima fotografia (che ricorda in modo impressionante le immagini della grande olandese Rineke Dijkstra), dalla costruzione rigorosa e quasi geometrica delle scene, dal ritmo del film. Nell?estate finlandese, con i cieli di un azzurro luminoso e freddo la vicenda del protagonista impersonato da Markku Peltola, si dispiega come una fiaba contemporanea. Quella di un adulto che recupera la nettezza dei comportamenti di un bambino; che pur nella indigenza in cui è precipitato, non disarma e affronta con piglio la vita. Contento di fare piccoli passi e non grandi rivoluzioni. E Kaurismaki, raccontandolo, sorride e ci fa sorridere.


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