Mondo

L’Unione Africana teme Boko Haram

A Addis Abeba si teme espansione regionale del movimento estremista islamico

di Joshua Massarenti

Ufficialmente il caso di Boko Haram non appare nel menù del prossimo Summit dell’Unione Africana (UA) previsto i 29 e 30 gennaio. Ma ad Addis Ababa, dove ha sede l’UA, gli attacchi ripetuti del movimento estremista islamico nigeriano sono diventati una grande fonte di preoccupazione.

Il responsabile della lotta contro il terrorismo per l’organizzazione panafricana, Francisco Caetano José Maderia, teme che il gruppo “estenda le sue attività a paesi frontalieri e riesca a penetrare nella regione dell’Africa centrale”. Per ora la minaccia è confinata alla Nigeria, dove gli ultimi attentati e attacchi perpetrati a Kano (seconda città più importante della Nigeria situata nel nord del paese) hanno fatto 185 vittime tra la comunità cristiana. L’ultima attacco, avvenuto ieri sera contro una stazione di polizia, si è concluso con almeno un morto.

“Se queste violenze sono circoscritte alle problematiche politiche ed economiche della Nigeria” sostiene Benjamin Augé, ricercatore presso l’Istituzione francese delle relazioni internazionali (Ifri),  “gli Stati Uniti definiscono Boko Haram come un movimento terrorista di natura religiosa con obiettivi regionali”.

Per la prima volta, il gruppo estremista nigeriano è stato accusato di avere rapporti con Al Qaeda e la sua rete presente in Maghreb e nel Sahel (Aqmi). Non a caso, ieri si sono riuniti a Nouackchott, in Mauritania, i ministri degli Esteri dei quattro paesi del Sahel (Mauritania, Algeria, Mali e Niger) e una delegazione governativa della Nigeria che ha illustrato i legami tra Aqmi e Boko Haram.

La Nigeria, presente alla riunione in qualità di paese osservatore, sta meditando sull’opportunità di aderire alla rete istituita dai quattro paesi sahelo-sahariani per combattere Boko Haram.

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