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L’umanità prende il posto del “carico residuale”, a Catania sbarcano tutti

Dopo settimane di attesa in mare e la selezione a cui sono stati sottoposti i naufraghi salvati dalla Geo Barents di Medici Senza Frontiere e dalla Humanity 1 di Sos Humanity l'annuncio per procedere con le operazioni di sbarco dopo le valutazioni delle autorità sanitarie. Dal presidio del porto di Catania il ruolo determinante della società civile

di Alessandro Puglia

“My life is back”. La mia vita è tornata. È ormai sera al porto di Catania quando gli operatori del team di Medici Senza Frontiere annunciano ai 213 naufraghi rimasti a bordo della Geo Barents che le autorità sanitarie hanno dato il via libera per procedere alle operazioni di sbarco. E ad annunciarlo al presidio civile al porto di Catania è Juan Matias Gil, capo missione delle operazioni di ricerca e soccorso di Msf: “Hanno detto che tutti scenderanno come sarebbe già dovuto accadere da due settimane”, dice mentre tratteggia lo stato psicologico dei naufraghi che da ieri avevano cominciato a gridare aiuto dal ponte della nave. Poco dopo la gioia è arrivata sulla Humanity 1 dove i 35 migranti avevano annunciato lo sciopero della fame.

Tra le valutazioni delle autorità sanitarie locali è stato il rischio psicologico elevato a determinare la decisione che pone così fine allo “sbarco selettivo” del governo Meloni che aveva visto 35 naufraghi rimanere a bordo della Humanity 1 e altri 213 sulla Geo Barents.

Tra ieri e oggi diversi naufraghi si erano gettati in mare nel disperato tentativo di raggiungere la banchina, come Youssuf e Ahmed (nomi di fantasia) che sono fuggiti dalla nord della Siria devastato dai bombardamenti. “Ho quattro figlie che sono rimaste in Siria, la più piccola ha solo sei anni, a causa delle bombe non possono andare a scuola, i gruppi armati sono ovunque, rapiscono le persone per chiedere il riscatto, credevo che i miei sogni stessero andando tutti in frantumi”, ha raccontato uno dei naufraghi al team a bordo della Geo Barents.

Durante questi giorni di attesa i naufraghi non autorizzati a raggiungere terra hanno ricevuto il supporto della società civile che sin dal primo giorno si è ritrovata in un presidio spontaneo. Alla protesta della Rete Antirazzista Catanese, che a Catania ha portato avanti numerose battaglie per i i diritti dei naufraghi, è seguita sin dal primo momento la vicinanza del neo deputato di Verdi e Sinistra italiana Aboubakar Soumahoro e dell’Arcivescovo Monsignor Luigi Renna che ha invitato i naufraghi a non perdere la speranza.

Un presidio dove la società civile è stata determinante, dalle scuole medie ai licei catanesi che hanno organizzato un’assemblea alle associazioni del territorio come Don Bosco 2000 e Borderline Sicilia che da anni portano avanti modelli di integrazione in Sicilia.

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