Welfare

Lui ha più mogli? Allora lei più mariti!

Un punto di vista controcorrente

di Redazione

Nel mondo arabo c’è la “poliginia” e non la “poliandria”. Così non vale. E l’Occidente non faccia prediche,
perché l’unità della famiglia s’è visto dov’è finita…di Susanna Tamimi
Nella lontana Grecia, Medea attendeva l’amato Giasone rincasare dai suoi viaggi alla ricerca del vello d’oro custodito dal drago insonne. Gi regalò due eredi e lunghi anni d’amore, fino a quando, un bel giorno, Giasone tornò accompagnato da Creusa, la sua seconda moglie. Affranta dal dolore e dalla gelosia, Medea perse il controllo di sé e – per vendetta – coprì le sue bianche mani del sangue dei suoi figli e della “coépouse”.
Così, Pasolini racconta Medea, la donna della tragedia di Euripide.
Oggi sentiamo sempre più spesso raccontare storie di uomini musulmani sposati con più donne. Aldilà delle condanne morali, quel che mi interessa è capire cosa questo significhi per una moglie. Osservo Marwa. È sposata da oltre vent’anni con un uomo che lei stessa, e lo dice con fierezza, ha scelto. Erano giovani e lavoravano insieme nel centro di Amman. Dopo mesi di corteggiamenti, decisero di compiere il grande passo e sposarsi. Dal loro amore sono nati tre figli e tanta felicità.
Poi, tutto cambiò. Suo marito incontrò una donna irachena. Si risposò. L’Islam e lo Stato erano dalla sua parte. La famiglia di Marwa cercò di persuaderla a lasciarlo, ma lei rifiutò. Era una donna sola, con tre figli e senza lavoro. Era innamorata e delusa. Avrebbe voluto compiere un gesto estremo come quello di Medea, ma tornò presto alla ragione. Voleva che la sua famiglia sopravvivesse ed era pronta a tutto. Restò con suo marito. Accettò di vederlo tre sere a settimana. Accettò di condividere con l’altra il suo corpo, le sue labbra ed il suo amore. Accettò di guardarlo fare il padre part-time e diventare padre di un figlio non suo. Accettò di amarlo e di amare la sua seconda vita fino ad arrivare ad accogliere l’altra donna e suo figlio in casa sua. Marwa racconta di come l’essere “comoglie” non vuol dire necessariamente trasformarsi in Medea, ma come possono nascere dei rapporti cooperativi tra donne, donne le cui vite vengono improvvisamente ad intrecciarsi in una pseudo-normalità casalinga.
Trovo il tutto assurdo. Sappiamo tutti che la famiglia occidentale è ben lungi dall’essere sempre e solo la famiglia della Pasta Barilla. Abbiamo famiglie divorziate, composte da un single, da una coppia dello stesso sesso, famiglie allargate e coppie clandestine.
Non credo esista un modello perfetto di famiglia, ma piuttosto un equilibrio che ogni nucleo familiare stabilisce al suo interno.
Se Marwa e la sua famiglia hanno trovato il loro, non sarò io a giudicarlo. Ciò che condanno è l’assenza della poligamia. Poligamia significa matrimonio plurimo e comprende la poliginia, ovvero la forma di poligamia in cui l’uomo sposa più donne, e la poliandria, in cui la donna sposa più di un uomo. La religione musulmana ammette solo la poliginia. Se le donne fossero libere di sposare lo stesso uomo o di sposarne più di uno, non avrei nulla da dire.

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