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L’UE sospende i suoi aiuti al governo del Burundi
Dopo un lungo processo di consultazione con il regime burundese, stamane l’Unione Europea ha deciso di sospendere il suo appoggio budgetario al governo del Burundi, mantenendo gli aiuti destinati alla popolazione. Un colpo duro al Presidente Nkurunziza: l’UE è il primo donatore del paese.
Al termine di negoziati avviati nel dicembre 2015 con il governo del Burundi sotto il capitolo 96 degli accordi di Cotonou ACP-UE, l’Unione Europea ha deciso di sospendere il suo aiuto diretto allo Stato burundese, garantendo che gli aiuti destinati ai cittadini burundesi, ivi compreso quelli umanitari, sarebbero stati mantenuti.
La decisione di Bruxelles è una risposta alla spirale di violenze in cui è precipato il paese africano dopo l’annuncio del Presidente uscente, Pierre Nukurunziza, di candidarsi alle elezioni presidenziali dell’agosto 2015, poi vinte, per un terzo mandato vietato dalla Costituzione burundese. Il trionfo elettorale di Nkurunziza è stato macchiato da numerosi violazioni dei diritti umani e civili, da una repressione feroce nei confronti dei leader dell’opposizione e dei media privati, nonché da un golpe militare fallito in seguito al quale sono nati vari gruppi armati ribelli che, in questi ultimi mesi, stanno cercando di rovesciare il regime burundese.
Con questo annuncio, l’UE vuole inoltre forzare il governo burundese a rilanciare seriamente i negoziati iniziati nel dicembre scorso con l’opposizione ad Arusha, in Kenya, ma poi sospesi per mancato accordo tra le parti. Ad ostacolare le discussioni è il terzo mandato presidenziale di Nkurunziza: una maggioranza di oppositori, attualmente in esilio, chiedono un ritiro dell'attuale presidente dal potere, cosa che il regime a Bujumbura, la capitale, rifiuta categoricamente. Inoltre, dopo la visita del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, giunto in Burundi alcune settimane fa per rilanciare il dialogo, il governo burundese ha rifiutato di negoziare con i ribelli e la principale piattaforma dell’opposizione, il CNARED.
Nonostante qualche raggio di speranza, la situazione in Burundi rimane estremamente preoccupante. Ci aspettiamo che una serie di misure concrete vengano implementate (dal governo burundese).
Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza
“Le proposte di impegno sin qui presentate dal governo burundese non sono bastate per rispondere alle preoccupazioni dell’UE”, si legge nel comunicato diffuso stamane da Bruxelles, che “ha sospeso gli appoggi finanziari diretto forniti all’amministrazione burundese, ivi compreso gli aiuti budgetari, ma mantiene il suo sostegno finanziario alla popolazione e i suoi aiuti umanitari”.
Nella loro decisione, i 28 ministri degli Affari Esteri riunitisi presso Consiglio dell’UE – cioè il braccio istituzionale esecutivo dell’Unione incaricato di decidere degli atti legislativi e budgetari in seno alle istituzioni europee – hanno annunciato misure specifiche non meglio dettagliate che il governo burundese deve prendere e che sono suscettibili di riavviare la cooperazione tra Bruxelles e il Burundi.
Con un aiuto complessivo pari a 430 milioni di euro nel periodo 2015-2020, l’UE è il primo donatore internazionale del Burundi. La decisione di sospendere parte di questi aiuti era nell’aria, soprattutto dopo il fallimento dei negoziati di Arusha.
“Nonostante qualche raggio di speranza, la situazione in Burundi rimane estremamente preoccupante”, ha dichiarato l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini. “La decisione presa oggi indica in modo molto chiaro che, affinché le nostre relazioni possano totalmente riprendere, ci aspettiamo che una serie di misure concrete vengano implementate. Lo sforzo che chiediamo è fattibile, ci vuole buona volontà e determinazione”. Mogherini ha chiesto la ripresa del “dialogo inter-burundese condotto sotto la mediazione della Comunità dell’Africa dell’Est (EAC), che assume un ruolo fondamentale nella ricerca di una soluzione politica sostenibile alla crisi”.
Come detto, l’UE sospende il suo aiuto al governo burundese, ivi compreso l’amministrazione pubblica, senza colpire la popolazione. Una vera e propria partita da equilibristi che spinge la Commissione europea – il braccio finanziario ed operativo dell’UE per la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti umanitari – a dover trovare i meccanismi più appropriati per garantire ai cittadini burundesi, in particolar modo i più poveri, che sono tanti, l’accesso ai servizi di base (sanitari, educativi, ecc.). “Dei progetti finanziati dall’UE per garantire l’accesso a questi servizi sono in fase di studio”, ha assicurato il Commissario europeo per lo sviluppo, Neven Mimica. Di sicuro “le risorse finanziarie non verranno messe a disposizione sui conti bancari appartenenti al governo burundese”, come lo prevede la prassi. Inoltre, l’UE “rimane determinata a fornire aiuti di urgenza in una crisi che ha fatto più di 400 morti e migliaia di feriti, forzando più di 240mila persone a rifugiarsi nei paesi limitrofi. La nostra solidarietà con il popolo burundese, prima vittima di questa crisi, è totale”.
Articolo pubblicato nell'ambito di un progetto editoriale che associa VITA e Afronline a 25 media africani indipendenti. Clicca qui per accedere alla versione francese pubblicata sull'Agenzia Infos Grands Lacs.
Credito foto di copertina: Getty Images
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