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“L’Ue si vergogni, queste morti potevano essere evitate”

Duro j'accuse di Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana: "Quanti ancora ne dovremo contare prima di farcene carico?". E il Cir, Consiglio italiano rifugiati: "Operazione Triton insufficiente, servono piani seri di gestione dei flussi migratori"

di Daniele Biella

"Ancora morti in mare, morti per il freddo. Quanti ancora ne dovremo contare perché l'Europa si faccia realmente carico di questa tragedia continua? Provo vergogna e dolore per questa ennesima perdita di vite, una strage che poteva essere evitata e che pesa sulle coscienze di tutti. Di fronte a questo dramma ancora una volta torniamo a gridare con forza l’urgenza di definire un piano di accoglienza a livello europeo. Quanti morti ancora ci vorranno per ricordarci che si tratta di esseri umani che scappano dalle guerre e dalla fame, che hanno diritto ad un approdo sicuro e alla protezione umanitaria della comunità internazionale?”. Così ha commentato Francesco Rocca, presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, la tragedia dei ventinove migranti morti per il freddo ieri dopo essere stati recuperati dalle motovedette della Guardia Costiera mentre erano alla deriva su un gommone al largo della Libia.

L'Operazione Mare Nostrum andava implementata invece che chiusa. Triton, la missione gestita da Frontex, non serve ad evitare altre morti", ha sottolineato Rocca. "E’ praticamente inutile e non dispone delle capacità adeguate, in termini di uomini e mezzi, per svolgere attività di soccorso in mare. Questi nuovi morti pesano sulle coscienze di tutti, nessuno escluso”. A Lampedusa ieri pomeriggio al molo Favaloro a soccorrere i 105 superstiti e garantire supporto logistico al personale medico dell'Azienda sanitaria perovinciale sono accorsi anche i volontari del nuovo gruppo della Cri Croce Rossa Italiana, di Lampedusa, che solo tre giorni fa avevano consegnato la Medaglia d'oro al Merito ai lampedusani per la generosità e l'umanità mostrate ormai da anni nei confronti dei migranti.

Anche Christopher Hein, direttore del Cir, Consiglio italiano per i rifugiati, si dice "sconcertato dall'ennesima tragedia nel Mediterraneo. E’ evidente che le forze messe in campo a livello europeo con Triton sono assolutamente insufficienti a fronteggiare i numeri sempre più elevati di persone che cercano di raggiungere le coste europee: il mandato è più ristretto perché  i suoi mezzi di soccorso non si spingono più in acque internazionali e libiche, e la sua dotazione finanziaria è solamente un terzo di quella che l’Italia ha stanziato per Mare Nostrum".

Il soccorso in mare "deve essere assolutamente potenziato, riportato ai livelli che l’Italia ha garantito sino a novembre 2014, anche perchè gli arrivi via mare non si stanno fermando: nel solo mese di gennaio 2015 sono sbarcati  in Italia 3.518 migranti, 1.400 persone in più di quelle arrivate nello stesso periodo dello scorso anno. Inoltre sempre più difficili e precarie sembrano le condizioni in cui i migranti sono costretti a viaggiare. E’ evidente che un forte investimento deve essere fatto ancora in materia di salvataggio e soccorso in mare, sia a livello nazionale che europeo, rinforzando gli strumenti oggi messi in campo", rimarca Hein. “Crediamo però che il salvataggio in mare, per quanto necessario, non possa essere l’unica risposta. Debbono essere messe in atto misure di ingresso protetto che diano ai rifugiati alternative concrete all’unica disponibile ora, ovvero quella di mettersi nelle mani dei trafficanti di morte. Misure ben precise che potrebbero essere realizzate con cambiamenti a livello nazionale e comunitario: dal rilascio di visti umanitari, all’apertura di programmi di reinsediamento e canali umanitari, all’attivazione di sponsorizzazioni fino alla possibilità di chiedere asilo dal territorio di paesi terzi”. 

 

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