Formazione

L’Ue propone l’obbligo fino a 18 anni

Approvata la risoluzione contro l'abbandono scolastico. Anche il volontariato citato tra gli strumenti posiitivi

di Sara De Carli

Obbligo scolastico fino a 18 anni in tutta Europa e creazione di “scuole di seconda opportunità”, ovvero modalità ad hoc per reintegrare nel sistema scolastico i ragazzi che hanno abbandonato la scuola anzitempo, offrendo però programmi idonei e un contesto di apprendimento appropriato, in grado di aiutare i giovani a ritrovare la fiducia in sé stessi e nella propria capacità di apprendimento.

Sono questi i principali punti della risoluzione contro l’abbandono scolastico approvata dal Parlamento europeo il 1 dicembre (qui il testo integrale). La lotta contro l’abbandono scolastico si inserisce nei cinque principali obiettivi della strategia Europa 2020, che prevede di ridurre a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico e portare ad almeno il 40% la percentuale di giovani muniti di laurea o diploma o aventi un livello di istruzione equivalente. L’obiettivo del 10% è stato concordato dagli Stati membri nel 2003, ma soltanto sette Stati membri sono riusciti a raggiungere questo parametro, e nel 2009 il tasso di abbandono scolastico si attestava a una media del 14,4%.

Necessità di un approccio personalizzato

La prima soluzione individuata è in realtà molto “ordinaria”, ma decisiva: si tratta dell’«adozione di un approccio personalizzato e inclusivo all’istruzione, a cominciare dall’istruzione e dalle cure nella prima infanzia, che comprenda ove necessario un sostegno mirato per i soggetti a rischio di abbandono scolastico, segnatamente per i bambini e i giovani affetti da disabilità».

Il Parlamento propone che le scuole secondarie e professionali forniscano servizi di consulenza, prestati da personale diverso dal personale docente, in modo che gli studenti che hanno problemi possano rivolgervisi in tutta riservatezza; ritiene che si debbano offrire servizi di consulenza ai genitori, vista l’influenza che l’ambiente familiare esercita sullo sviluppo educativo e sociale degli alunni; sottolinea che un motivo frequente di insuccesso fra i bambini e i giovani è l’inadeguatezza dei programmi scolastici rispetto alle esigenze di vita e agli interessi dei bambini; è favorevole a che la scuola organizzi un migliore orientamento professionale e programmi di alta qualità che prevedano esperienze lavorative, come pure visite e scambi culturali e d’istruzione, tra cui contatti con il modo imprenditoriale, al fine di rendere più accessibile il mondo del lavoro, garantendo che gli allievi siano in condizione di compiere scelte informate riguardo alla propria carriera; sottolinea che i consulenti per l’orientamento professionale devono ricevere una formazione adeguata e continuativa, per potersi impegnare in modo proattivo con i giovani a rischio di abbandono scolastico.

Al punto 27, dei 107 della risoluzione, c’è anche una citazione per il volontariato: il Parlamento europeo «ribadisce il ruolo essenziale del volontariato nel promuovere l’integrazione sociale e invita gli Stati membri a ricorrere, nella misura più ampia possibile, al servizio volontario europeo quale fattore di crescita personale, educativa e professionale».


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