Mondo
Luci accese per i lupi
«Le società che accettano che al loro interno le persone vivano isolate, lasciate preda delle loro paure, del loro senso di inferiorità, impotenza e fallimento, permettono alla differenza etnica o religiosa di trasformarsi in una conchiglia chiusa, dentro la quale l’umanità imputridisce». L’editoriale di Wael Farouq per Avvenire sull’ultima ondata di terrore
di Wael Farouq
Chi uccide sé stesso e gli altri crede in una precisa dottrina. E le stragi continuano a sommarsi alle stragi, dal cuore d’Europa ai tanti cuori feriti d’Asia e d’Africa. Perciò, se si vuole arrestare il fiume di sangue, questa dottrina deve purificarsi dalle interpretazioni che conducono persone di fede musulmana ad abbracciare il terrorismo. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che persino il mufti saudita wahhabita condanna il terrorismo. Vero, ma quel mufti rifiuta il pluralismo e i diritti umani, e questa è una contraddizione insanabile.
Qualcuno potrebbe replicare che al-Azhar, però, difende il pluralismo, offrendo un fondamento islamico ai diritti umani. Vero anche questo, ma al-Azhar patisce la strumentalizzazione della politica. Qualcun altro potrebbe ribattere che il presidente egiziano, tuttavia, invoca una riforma rivoluzionaria del discorso religioso. Vero, ma quella che minaccia di realizzarsi è una riforma al servizio del potere, utile a cancellare la democrazia, altrimenti perché lo Stato egiziano consentirebbe – in aperta violazione della Costituzione – l’esistenza del partito religioso salafita al-Nour che invita a non fare gli auguri ai cristiani e a non rivolgere loro neanche il saluto?
Ci potrebbe poi essere chi dice che i governi occidentali fanno di tutto per impedire la violenza, senza violare i diritti dei cittadini musulmani. Dopotutto, ciò che li distingue dai barbari terroristi è la loro fede nei diritti umani. Vero, però questi governi combattono solo i sintomi della ma-lattia, lasciando che la malattia stessa si aggravi. Quanti di questi governi hanno accolto terroristi in fuga dai Paesi a maggioranza islamica? Quanti ospitano organizzazioni dell’islam politico, prima fra tutte la Fratellanza Musulmana, che sono la fonte di questa ideologia violenta? Quanti si astengono dal condannare i regimi wahhabiti, anzi stringono con loro rapporti d’amicizia e vendono loro armi che poi – come hanno riconosciuto gli stessi governi finiscono nelle mani dei terroristi? Davvero non sarebbe possibile isolare i regimi che adottano questa interpretazione malata dell’islam, come si è fatto con il governo sudafricano dell’apartheid? C’è forse razzismo più grande del versare il sangue del 'diverso' e non tenere in nessun contola sua vita? Il pluralismo delle società occidentali, oggi, è un pluralismo che esclude, lavorando contro il fine per il quale è stato concepito. Non favorisce la persona, bensì gli stereotipi e le ideologie.
In Gran Bretagna, per esempio, integrazione significa il riconoscimento dei tribunali sharaitici che violano i diritti della donna, significa l’affluire di milioni di sterline e di euro dagli estremisti del Golfo nelle casse delle organizzazioni islamiche d’impronta ideologica, senza controlli né restrizioni.
L’Occidente si è consacrato al pluralismo e ai diritti umani, perché non si ripetessero le dolorose esperienze di nazismo e fascismo, ma c’è da chiedersi: nazismo e fascismo non rappresentavano forse la supremazia dello stereotipo sulla persona? Non credevano forse in qualcosa di superiore alla persona umana, per il quale era giustificato morire e uccidere? E oggi, non c’è forse il rischio che anche il 'multiculturalismo' si trasformi in uno stereotipo più importante della persona e dei suoi autentici diritti fondamentali? I lupi solitari, prima di essere lupi, sono, appunto, solitari. Le società che accettano che al loro interno le persone vivano isolate, lasciate preda delle loro paure, del loro senso di inferiorità, impotenza e fallimento, permettono alla differenza etnica o religiosa di trasformarsi in una conchiglia chiusa, dentro la quale l’umanità imputridisce. Sono società che, in nome della libertà, fabbricano belve. Ma libertà non significa lasciar fare alla persona quello che vuole, bensì metterle davanti infinite possibilità e alla giusta misura che le contiene, la regola umana, affinché possa essere protagonista di vita e di civile convivenza.
Non si infrange la libertà di qualcuno che, per sua libera scelta, brancola nel buio, se si accende per lui una candela. Accendete candele per queste persone, per questi fratelli perduti nell’odio, in modo da non doverle accendere, in futuro, per le loro vittime.
da Avvenire del 4 giugno 2015
In copertina un'immagine dell'attentato di Theran del 7 giugno 2017
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