Napoli

Luca Trapanese, fare accoglienza dei bambini con disabilità fra le scosse dei Campi Flegrei

In occasione dell'ultimo sisma si è temuto il peggio: sembra invece che i danni siano lievi. Dopo aver ospitato mamme ucraine in fuga dalla guerra insieme ai figli con disabilità, presto la struttura di Bacoli aprirà le porte a sei bambini con gravi patologie, di cui i genitori non possono prendersi cura. Il racconto dell'assessore e fondatore della Casa di Matteo, Luca Trapanese

di Chiara Ludovisi

Le scosse che hanno fatto tremare i Campi Flegrei non hanno risparmiato la Casa di Matteo di Bacoli, in provincia di Napoli: «I tempi si allungano un po’, ma siamo fiduciosi che entro l’anno riusciremo comunque ad aprire le porte: e diventerà la casa di bambini e ragazzi con gravissime disabilità, che non possono contare sulle cure dei genitori». 

Dopo quella del Vomero la casa a Bacoli

A parlare è Luca Trapanese, assessore alle Politiche Sociali del comune di Napoli, nonché fondatore della Casa di Matteo e, non ultimo, papà adottivo di Alba, una bambina con sindrome di Down abbandonata alla nascita in ospedale (nell’immagine Trapanese con la figlia).
La struttura di Bacoli è la seconda “Casa di Matteo”, dopo quella del Vomero, che già da tempo può accogliere fino a sei bambini con gravi disabilità.

«Sono tutti bambini che non possono vivere con i genitori, o perché questi li hanno abbandonati, o perché hanno perso la potestà genitoriale, o semplicemente perché non sono in grado di farsi carico dei loro bisogni assistenziali, sempre altissimi», spiega Trapanese. 

La prima casa di Matteo – l’unica in questo momento operativa – è stata aperta al Vomero nel 2017, per rispondere al bisogno di accoglienza dei bambini con disabilità gravi, per lo più abbandonati in ospedale: «Sono più di quanti non si creda e per molti, soprattutto per i più grandi, è molto difficile trovare una sistemazione, tanto meno qualcosa che somigli a una famiglia», assicura Trapanese. La Casa di Matteo del Vomero nasce proprio per assicurare a questi bambini il calore di una casa e le cure di chi, pur non essendo né la mamma né il papà, voglia stare accanto a loro e accudirli fino alla fine.

Apertura rinviata

La seconda “casa di Matteo” avrebbe dovuto aprire i battenti in questi giorni, a Bacoli, per affiancare la struttura di Napoli e alleggerire la lunga lista d’attesa. «Purtroppo il sisma che ha colpito i Campi Flegrei non ha risparmiato la struttura: ci sono stati alcuni crolli, che i tecnici stanno valutando» continua.

I calcinacci caduti dopo l’ultimo episodio dello sciame sismico ai Campi Flegrei

«Sembra però che possiamo essere ottimisti: l’immobile non è stato dichiarato inagibile, non abbiamo avuto l’interdizione, forse sarà sufficiente ripristinare gli intonaci e fare qualche lavoro di ripristino. Sicuramente è un rallentamento che non ci aspettavamo, ma siamo fiduciosi che presto potremo aprire le porte a sei bambini che aspettano di avere finalmente una casa», osserva l’assessore.

La “Casa di Matteo” e le mamme ucraine

La casa di Matteo di Bacoli è una bella villa settecentesca affacciata sul mare, donata in comodato d’uso gratuito all’associazione “A ruota libera” dal Pio Monte della Misericordia.
Ristrutturata alcuni anni fa, negli ultimi due anni e mezzo è stata dedicata all’accoglienza di mamme ucraine fuggite dalla guerra insieme a figli con disabilità.

Una mamma ucraina accolta nella struttura di Bacoli negli anni scorsi

«La guerra è scoppiata proprio quando la struttura di Bacoli stava per aprire. Abbiamo iniziato a ricevere richieste di accoglienza da parte di mamme con figli con gravi disabilità o patologie molto serie: non sapevano dove andare e come assicurare ai loro bambini le cure di cui avevano bisogno. Così, d’accordo con il proprietario, abbiamo deciso di mettere in pausa l’altro progetto e dare la precedenza a questa esigenza, in quel momento molto forte: abbiamo quindi avviato questo programma di accoglienza speciale, nell’ambito di Opera 5. Sono state accolte decine di mamme e a volte anche nonne, insieme ai loro bambini.Tutti avevano problematiche serie: cardiopatie, autismo, traumi. Molti erano devastati dalla paura e dalla guerra: non potevamo non aprire loro le porte di questa casa» racconta Trapanese.

«Tra l’altro sapevamo che sarebbe stata solo una fase transitoria e così è stato: la comunità ucraina è molto forte e, appena superata la fase critica, si è organizzata e ha messo in campo tutte le proprie risorse per accogliere queste mamme e questi bambini» osserva l’assessore. 

Lo sciame sismico

Quando sono arrivate le scosse, nei giorni scorsi, la Casa di Matteo era quindi fortunatamente disabilitata: «Eravamo in una fase di passaggio da un progetto all’altro, pronti per partire con la nuova accoglienza, rivolta a sei bambini con gravi disabilità», spiega Trapanese.
«Ora saranno necessarie e inevitabili altre verifiche e tutte le opere di ripristino necessarie per garantire stabilità e sicurezza, vista anche le particolari condizioni e necessità dei futuri abitanti. Entro il 2025 contiamo di essere operativi. E tra due anni, nel 2027, dovremmo inaugurare una terza struttura, molto grande e importante, insieme alla Fondazione Grimaldi, nel centro storico di Napoli. Ma di questo per ora non possono anticipare nient’altro».

Una delle stanze di Casa di Matteo a Bacoli, pronta per l’accoglienza

Nel frattempo, si attende con ansia l’esito dei sopralluoghi, per poter procedere finalmente all’apertura della Casa di Matteo di Bacoli: una villa di 600 metri quadri, che si sviluppa su due piani: al primo piano, si trova la “Casa di Alessandro”, destinata a famiglie che non vivono nel napoletano e che sono costrette a recarsi presso le aziende ospedaliere perché i loro bambini devono fare lunghe terapie. 

Al piano secondo, la Casa di Matteo a Bacoli ospiterà sette bambini di età compresa tra i 4 e i 16 anni, con gravi patologie e disabilità senza genitori. «A volte i genitori ci sono e partecipano al progetto, pur non vivendo nella Casa» precisa Trapanese. «Si tratta comunque di famiglie che non sono in grado di farsi carico delle necessità assistenziali e terapeutiche dei figli».

La ludoteca e lo spazio didattico

All’interno della stessa struttura, si trova anche la “Ludoteca del mare”, uno spazio ludico, educativo e terapeutico aperto ai bambini con disabilità del quartiere.
Infine, lo “Spazio a Ruota libera Bacoli” è dedicato alle attività ricreative e didattiche per ragazzi adulti disabili in età post scolare. Uno spazio polifunzionale quindi, non solo una casa, pensato per rispondere alle esigenze dei bambini e dei ragazzi con disabilità del territorio, ma aperto all’accoglienza anche di bambini di altre regioni e perfino di altri Paesi.

«La casa del Vomero è ormai interregionale e addirittura internazionale», racconta ancora Trapanese. «Siamo sicuri che quella di Bacoli non sarà da meno: le richieste non mancano e non vediamo l’ora di poterle soddisfare».

In apertura Casa di Matteo a Bacoli – Tutte le immagini fornite dall’autrice

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