Famiglia
Luca Trapanese: «Alla madre di Enea dico grazie»
Sul canale Instagram di VITA un dialogo con Luca Trapanese, operatore sociale, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, dal 2018 papà di una bimba con sindrome di Down. «Ho diretto per 15 anni l’unica comunità di ragazze madri a Napoli, conosco il dolore che prova una donna che arriva alla decisione di lasciare un bambino neonato. Sono testimone di volti sofferenti, ma consapevoli della propria scelta»
«Ho diretto per 15 anni l’unica comunità di ragazze madri a Napoli; conosco il dolore che prova una donna che arriva alla decisione di lasciare un bambino neonato. Sono testimone di volti sofferenti, ma consapevoli della propria scelta. Lasciare un bambino in ospedale non è abbandonare, è fare una scelta d'amore: significa consegnare una vita nelle mani di qualcuno che potrà amarla e darle la possibilità di trovare la felicità. Enea non può ancora saperlo, ma la sua mamma probabilmente lo ha salvato. Per questo mi sento di dire alla madre di Enea “grazie!”. Grazie per il tuo coraggio, grazie per la tua scelta insindacabile, grazie per aver portato avanti la gravidanza e aver regalato a Enea il dono immenso e indescrivibile della vita.
È la stessa gratitudine che provo nei confronti della madre naturale di Alba che, lasciandola in ospedale, ha dato alla mia piccola la possibilità di trovare un papà pazzamente innamorato di lei oltre che in grado di starle accanto in tutti i suoi tanti bisogni». Sono queste le parole con cui Luca Trapanese commenta la vicenda che ha per protagonista il piccolo Enea, il neonato lasciato nel giorno di Pasqua nella “Culla per la Vita” della clinica Mangiagalli di Milano.
In queste ore si sono moltiplicati gli appelli alla donna che lo ha partorito, perché ci ripensi; le offerte di aiuto; le disponibilità ad adottare Enea; i giudizi. Quando invece per tutti i protagonisti sarebbe stato meglio un rispettoso silenzio. Classe 1977, operatore sociale, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, nel 2018 Trapanese ha adottato Alba, una bimba con sindrome di Down. «Vorrei chiedere a Ezio Greggio se ritiene che io non sia un papà vero. Che io sia soltanto “uno che ha dovuto occuparsene”, come ha definito la futura madre adottiva del piccolo Enea», aggiunge.
Una storia che ci interpella a livello di comunità, perché «noi siamo un paese molto disattento alla genitorialità, abbiamo bisogno di costruire un welfare a 360 gradi», afferma Trapanese. «Ma l’aiutiamo che significa? Comprarle pannolini e carrozzina o darle certezze, progetti di continuità su casa e lavoro per garantire che Enea arrivi fino all’Università? Perché diventare genitori è questo».
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Foto tratta dall'account Instagram di Luca Trapanese
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