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Luca Casarini, l’ex tuta bianca che salva persone nel Mediterraneo
L'ex leader dei disobbedienti e oggi capo missione di Mediterranea, ong che salva i naufraghi nel mare nostrum è ospite della nuova puntata della serie podcast Storie di volontari, storia d’Italia: «Non esistono un ‘volontariato di serie A’ e uno di ‘serie B’, ma l’impegno per e insieme al prossimo». Ascolta l'episodio n. 8
di Luca Cereda
Che cosa lo storico leader dei disobbedienti e del pianeta “no global” che ha sfilato al G8 di Genova, che ha occupato case e che oggi soccorre in mare i migranti, in un podcast sul volontariato? A rispondere in voce è lo stesso Luca Casarini, capomissione sulla Mare Jonio, imbarcazione dell’ong Mediterranea: «Mettiamola così, io sono sempre stato una ‘periferia’ rispetto ai tanti ‘centri autorizzati’. Questo mi ha aiutato ad avere un punto di vista diverso: ad esempio, quello della lotta fra vita e morte di chi lascia terre sfruttate, funestate da guerre e cambiamenti climatici». Ecco che periferia intende Casarini, fatta «di battaglie sociali portate avanti da volontari, attivisti e operatori sociali che sono fatti delle stessa pasta».
L’ex-tuta bianca è protagonista dell’episodio n. 8 di Storie di volontari, storie d’Italia, un racconto per voci, curato da chi scrive insieme a Giampaolo Cerri, attraverso gli ultimi sessant’anni del Paese, attraverso l’impegno volontario. Con Casarini si arriva alla grande emergenza migranti nel Canale di Sicilia, intensificatasi nel secondo decennio di questo secolo.
Chi è Luca Casarini
Figlio di operai Casarini scopre il volontariato in parrocchia e nel corso dei primi anni duemila è stato leader del movimento delle “Tute bianche”, che prenderà poi il nome di “Disobbedienti”, uno dei gruppi più attivi all’interno del movimento no-global del 2001 a Genova. Da capo del movimento ha promosso azioni di protesta ad ampio raggio, come quella contro la guerra in Afghanistan e in Iraq o la costruzione della nuova base Usa a Vicenza.
Da anni vive a Palermo insieme alla famiglia. Lo spirito disobbediente e attento agli ultimi non è mai venuto meno. Dal 2019 infatti è diventato il capo missione della nave Mar Jonio, un rimorchiatore degli inizi degli anni Settanta che ha trasformato in un’imbarcazione che batte la bandiera dell’ong Mediterranea Saving Human e salva vite nel mare nostrum. Per questo Casarini è stato anche indagato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire all’ordine imposto dalle autorità di arrestare l’imbarcazione. Secondo Casarini «non esistono un ‘volontariato di serie A’ e uno di ‘serie B’, ma ne esiste uno solo e molto concreto. È quello che si fa in prima linea e in prima persona insieme al prossimo vulnerabile. Chiunque esso sia».
Gli altri episodi
Nell’episodio precedente abbiamo raccontato il sisma che il 20 maggio di 12 anni fa colpì una vasta area della Pianura Padana, portando distruzione e morte. Fra i soccorritori che arrivarono nelle zone più colpite, anche una colonna di protezione civile delle Pubbliche assistenze partita da Firenze in cui c’era l’attuale presidente Anpas, Niccolò Mancini.
La serie è iniziata con l’intervista a Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella sua giovanile esperienza di volontario – era il 4 novembre del 1966 – proprio nel capoluogo toscano alluvionato.
Era stata quindi la volta di Fulco Pratesi, che aveva raccontato gli inizi del Wwf in Italia, a fine anni 60: un impegno per la natura che ha coinciso anche con una “conversione” personale, visto che Pratesi racconta d’aver intrapreso l’impegno animalistico da giovane cacciatore.
Nuovi bisogni, nella Milano da bere
Nella terza puntata, Franco Taverna, di Fondazione Exodus, aveva invece ricostruito i giorni tragici dell’eroina in Italia, ripercorrendo il suo impegno al fianco di don Antonio Mazzi, negli anni 70 e 80, sempre a Milano.
Con Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, abbiamo ripercorso la Milano dei primi anni ’80 – “da bere” nella definizione della prima Repubblica – dove però non mancavano i nuovi poveri e i senza fissa dimora, a cui si dedicava fratel Ettore Boschini.
Dopo Chernobyl l’aiuto a bambini
Nel quinto episodio, Angelo Gentili, storico dirigente di Legambiente, che organizzò le prime missioni in Ucraina dopo la catastrofe di Chernobyl, ha ricordato il Progetto omonimo e la mobilitazione di migliaia di famiglie italiane nell’accoglienza dei bambini bielorussi, russi e ucrainai, per lunghi periodi di cura.
La guerra nei Balcani, l’impegno degli italiani
La sesta puntata ha ospitato Silvia Maraone, giovane attivista delle Acli, che nei primi anni ’90 nei Balcani in guerra, si reca in Slovenia per prestare soccorso nel campo profughi di Novo Mesto che ospitavano i bosniaci in fuga. Un volontariato nato sulla scia di un impegno personale e familiare: l’accoglienza dei primi profughi in fuga da Mostar. Oggi Maraone si occupa ancora di Balcani, con l’ong Ipsia – Acli, a sostegno dei migranti che attraversano quei territori.
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La foto di Luca Casarini in apertura è di Domenico Stinellis per AP Photo_LaPresse
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