Cultura
Lourdes, lacchiappagiovani
Volontari. Inchiesta su una meta che non conosce crisi di adesioni
Quest?anno ricorrono i 150 anni dalla prima apparizione. Nel santuario francese sono previsti 8 milioni di pellegrini. E i volontari hanno un ruolo chiave, per seguire i tantissimi malati e disabili. Ma ancora una volta la risposta è stata sopra le aspettative…
La stazione di Lourdes è come un formicaio. Un via vai frettoloso, apparentemente confuso. Un flusso continuo di passeggeri ?complicati?, con carrozzine e spesso con barelle. Stanchezza, emozione e anche sofferenza completano il mix di questa stazione unica al mondo, che si regge su una regia silenziosa ma ben visibile. È quella delle centinaia di volontari che accompagnano i malati in questo pellegrinaggio della speranza e che hanno appunto una caratteristica che può apparire curiosa: sono volontari in divisa. Soprattutto le donne sono riconoscibili: foularini, cuffie d?altri tempi, veli in stile crocerossine in parata, colori dominanti il bianco, l?azzurro e il blue.
Quest?anno per Lourdes è un anno particolare. Si festeggiano i 150 anni dalle apparizioni a Bernadette Soubirous. E il flusso di pellegrini si è ancor più intensificato, in vista del picco tradizionale di maggio. Le due maggiori associazioni italiane, Unitalsi ed Oftal, nate per aiutare le migliaia di pellegrini malati in questo viaggio della speranza, hanno quindi davanti mesi di fuoco (vedi box). Ma come spiega il vescovo Jacques Perrer in un?intervista, i volontari non sono mai un problema a Lourdes, e non lo sono neanche quest?anno quando, di fronte alla pressione degli 8 milioni di pellegrini previsti per il Giubileo dei 150 anni, la risposta si preannuncia massiccia. «Abbiamo già avuto modo di riscontrare che gli appelli per i volontari a Lourdes suscitano sempre risposte insperate», spiega Perrin. «In particolare abbiamo già coperto le necessità per quanto riguarda i portantini e gli assistenti sanitari».
Del resto l?esperienza a Lourdes è qualcosa che lascia il segno nei più giovani e che continua perciò ad esercitare una grande attrazione. Per la mentalità corrente si tratta di una attrazione misteriosa, ma basta scorrere i blog e i forum per accorgersi che le cose stanno in modo molto normale. Scrive Cécile, volontaria francese, sugli spazi blog aperti dal sito del Santuario, alla sua seconda esperienza: «La cosa che più mi piace è la possibilità di stabilire legami senza limiti di frontiere». E poi racconta l?esperienza ?tosta? della suo secondo viaggio: «Quest?anno ero incaricata di seguire dei bambini malati. Il confronto con la loro sofferenza è stato emozionalmente molto duro. Ma poi ci sono stati anche momenti di allegria e ho scoperto un lato di me stessa che non conoscevo: ho avuto slanci di una tenerezza insospettata». Sempre nello spazio blog di Lourdes 2008 s?incontra anche il racconto di Erwann, un ragazzo che sta dall?altra parte, in quanto disabile. «I volontari partono con l?idea di fare un atto lodevole di generosità nei nostri confronti e finiscono invece scoprendo di aver loro ricevuto altrettanto da noi. È questo che li sorprende». E poi conclude con un tocco di imprevdibile ironia: «D?altra parte io sono felice come sono. E loro quindi mica trasportano dei cadaveri!».
Questo è il mondo di Lourdes. Così antico nelle forme, con quelle divise che sembrano residui di un altro tempo, ma così contemporaneo appena si scava in profondità.
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