Formazione

Lotti: “Con l’Europa intervento possibile”

Civitas. Movimento per la pace e Iraq

di Ettore Colombo

Le notizie in arrivo dall’Iraq peggiorano di giorno in giorno, se possibile. I costi economici (4 miliardi al giorno) ed umani (620 morti nelle forze angloamericane e migliaia di vittime civili) della guerra in Iraq obbligano a domande scomode tutti, dalla Rice ai pacifisti. La cronaca parla di guerra totale in tutto l’Iraq. Insomma, «siamo già oltre la guerra civile», scuote la testa preoccupatissimo Flavio Lotti, portavoce della Tavola della pace. E chiede «un radicale cambio di linea d’azione da parte del governo, in Iraq per realpolitik, non per ideologismi». Vita: Lotti, siamo agli ultimatum degli sciiti contro gli italiani: «Andatevene, o sarà l’inferno», dicono. Flavio Lotti: Si sta avverando quello che temevamo, gli scenari peggiori che dovevano e potevano essere scongiurati con una forte iniziativa italiana in sede europea di cui non si è vista traccia, dalla strage di Nassiriya a oggi. Il nostro è un governo di irresponsabili che ha cercato e cerca solo di ottenere la benedizione dell’Onu allo stato di cose esistenti, cioè all’ occupazione in quanto tale del Paese. Ma il contingente italiano vive ormai assediato nella città che dovrebbe difendere ed è sempre più visto come un pezzo del presidio dell’occupazione militare straniera, niente di più. Vita: Ci siamo ficcati in un bel guaio. Lotti: Continuare a dire che in Iraq è in azione solo Al Qaeda è una mistificazione. Il vero problema non è militare, ma politico. Lo scontro con gli sciiti è politico, prima che militare. Loro combattono contro l’ occupazione in tanti modi e non sarà certo la partecipazione a una ricostruzione che non si vede ad aiutarci. Non stiamo aiutando né la ricostruzione materiale del Paese né del tessuto democratico, amministriamo risorse minime sul piano economico e i nostri interventi civili (un ponte, un acquedotto) non migliorano le condizioni di vita della gente, che peggiorano di giorno in giorno. Cosa siamo andati a fare lì? E quali sono le nostre regole d’ingaggio? Vogliamo iniziare a sparare sui civili? Gli sciiti si sarebbero messi, dicono gli Usa, «fuori dalla legalità della coalizione»? Ma non scherziamo! Ci sono tre etnie in Iraq: i curdi, gli unici che accettano la presenza angloamericana in cambio del riconoscimento della loro autonomia (un problema vero, di diritto internazionale); gli sciiti, che dovevano essere gli alleati dei liberatori e che ora sono tutti contro gli occupanti; i sunniti, che in parte saranno anche ex fedeli di Saddam ma non possono certo esserlo tutti né essere tutti terroristi. In Iraq sono in corso diverse guerre, quella dell’establishment legato al passato regime contro le truppe di occupazione, quella di Al Qaeda e dei suoi infiltrati contro gli Stati Uniti, quella intestina agli iracheni sul controllo del potere. Per gli Usa è davvero un nuovo Vietnam, una guerra che non possono vincere. Serve una svolta non per ragioni ideologiche ma per ragioni di realpolitik. Vita: Come se ne esce? Lotti: Con il ritorno alla politica. Il ministro Martino, quando dice che restiamo lì per onorare l’alleanza con gli Usa, dichiara l’incapacità di operare scelte politiche. Anche la data del 30 giugno ormai non fa più i conti con la drammaticità della cronaca. L’Onu deve tornare in campo e prima ancora l’Unione europea deve prendere un’iniziativa politica forte per restituire piena e libera sovranità agli iracheni, aiutando la transizione democratica. In una cornice del genere anche il movimento per la pace accetterebbe l’idea di un intervento. Ma serve il coraggio della politica. Se ne discute a Padova -Due appuntamenti L’appuntamento per il Movimento per la pace è a Civitas il 30 aprile alle ore 10 per la Conferenza internazionale Towards an enlarged Europe of municipalities for human rights. Tra gli ospiti oltre a Lotti, attesi i sindaci delle città di Barcellona, Norimberga, Sarajevo, Tirana, Budapest, Pancevo, Skopje, Bratislava, Sofia, Belgrado, Vienna, s. Denis, Varsavia. Il 2 maggio alle 9.30, convegno internazionale su Il nuovo ordinamento globale per la pace, promosso dalla Focsiv”


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