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Lotta all’azzardo. Giorgio Gori: «Bergamo modello per la nuova Lombardia, i dati ora lo dimostrano»
A fronte di un dato nazionale allarmate (102 miliardi di fatturato nel 2017) e di un dato regionale in crescita del + 3,4%, il Comune di Bergamo segna una netta e virtuosa inversione di tendenza (-3,7%). Merito del regolamento comunale voluto dal sindaco Giorgio Gori che spiega: «è il momento di estendere questo modello a tutta la Lombardia, con una legge che tuteli le famiglie, le persone fragili, la comunità». Ecco tutti i numeri del successo di Bergamo
di Marco Dotti
Il 2017, come avevamo anticipato su Vita, si è chiuso con un fatturato record nazionale per l’azzardo di Stato: 102 miliardi di euro. A fronte delle tante parole e di molte iniziative di prevenzione, diventate spesso meri trasferimenti di risorse senza follow-up e verifica dell’impatto, c’è però una realtà che si mostra in virtuosa controtendenza. Tanto sul piano dell'azione, quando sul piano dei benefici effetti di quell'azione il modello a cui guardare è la Bergamo di Giorgio Gori.
Bergamo: un modello per la Lombardia e per il Paese
Se in Italia cresce esponenzialmente, a Bergamo nel 2017 il consumo in azzardo è diminuito. Siamo a – 3,7%. A fronte di un dato nazionale allarmate e di un dato regionale in crescita del + 3,4% (in termini assoluti: 18 miliardi e una spesa procapite di 1800 euro per ogni lombardo). Quali le ragioni? Semplici: pragmatismo e regole che abbiano la persona e il bene comune al centro.
A Bergamo, l’amministrazione guidata da Giorgio Gori ha prima studiato il problema poi, dopo circa un anno, messo in campo un regolamento per affrontare il problema. Un regolamento che prevede 3 fasce orarie (dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21)in cui non è possibile vendere alcuna forma di azzardo. Infine, in un mondo che crediamo popolato da poteri fort, il Comune di Bergamo ha vinto i ricorsi presentati non dal gestore di un bar, ma dal più forte dei concessionari dell’azzardo di Stato: Lottomatica. L’amministrazione Gori è poi andata oltre, superando il punctum dolens di molti regolamenti no slot (non solo lombardi): ha comminato sanzioni ai trasgressori. A tutela dei cittadini, ma anche di quei commercianti che le regole le rispettano. Il modello-Gori è dunque stato improntato al più sano pragmatismo. I dati che oggi anticipiamo in anteprima gli danno ragione e attestano il salto di livello nelle politiche di contrasto al “predatory gambling”.
Nel 2017 in Lombardia il consumo in azzardo è stato di 18 miliardi di euro e in Italia è stata addirittura sfondata quota 100miliardi. Solo la città di Bergamo è andata in controtendenza: lo scorso anno la contrazione sull’uso delle VLT, macchinette iperveloci presenti nelle sale gioco, è stata del -7,7%, con un consumo di ben 12milioni di euro in meno rispetto al 2016. Stesso discorso vale per le AWP, ovvero le slot-machine che si trovano nelle tabaccherie e nei bar: il consumo di gioco scende ulteriormente, facendo segnare un notevole -14,2% rispetto all’anno precedente, con altri 9 milioni di euro risparmiati in città.
I dati di una rivoluzione
A Bergamo il consumo in azzardo (che lo Stato chiama "raccolta") è passato dai 317milioni di euro del 2016 ai 306milioni del 2017: un dato enorme, ma che finalmente fa segnare un segno negativo dopo anni di crescita senza controllo (basti pensare che nel 2016 – anno in cui è entrato in vigore il regolamento sul gioco – a Bergamo la crescita fu del +4%, nonostante la contrazione di gioco degli ultimi mesi dell’anno, a fronte di un trend nazionale che faceva segnare +8,7%).
«I dati 2017 sono davvero confortanti, – spiega Giorgio Gori – la strada da fare è ancora lunga, ma è evidente che le misure che abbiamo attivato in città sono efficaci, soprattutto se comparate a un quadro regionale e nazionale che esprime trend di crescita davvero preoccupanti».
Nell'anno 2017 in Lombardia ben 18.111.818.756 euro e in Italia è stata addirittura sfondata quota 100miliardi (101.848.104.316 di euro) nel 2017 con tendenze di crescita costanti. Il dato di Bergamo è tanto più importante se si considera quanto il regolamento sia riuscito a incidere sui sistemi di gambling: lo scorso anno la contrazione sull’uso delle VLT, macchinette iperveloci presenti nelle sale gioco, è stata del -7,7%, con una raccolta/consumo di ben 12milioni di euro in meno rispetto al 2016. Stesso discorso vale per le AWP, ovvero le slot-machine che si trovano nelle tabaccherie e nei bar: il consumo di gioco scende ulteriormente, facendo segnare un notevole -14,2% rispetto all’anno precedente, con altri 9 milioni di euro risparmiati in città.
«Il calo del 14,2% del 2017 – continua Gori – va a sommarsi a quello del -11% dell’anno precedente, anno in cui è entrato in vigore il regolamento sul gioco. In definitiva nell’ultimo anno a Bergamo i nostri concittadini hanno risparmiato complessivamente 12 milioni di euro che sono in parte confluiti in consumi e nell’economia reale della nostra città. Un risultato di fondamentale importanza.»
Le VLT hanno invece visto crescere il proprio volume d’affari sia nel resto della Provincia di Bergamo (+1,8% sul 2016, con 647milioni di euro raccolti) che in Regione Lombardia (+2,7% rispetto al 2016, con oltre 5,2 miliardi di euro raccolti). Contrazione invece anche sul territorio provinciale e regionale per quello che riguarda la AWP, anche se di un terzo rispetto ai numeri registrati nel Comune di Bergamo (-5% con 5 miliardi di euro raccolti in Lombardia e 571milioni in Provincia – il tutto nonostante il beneficio arrecato dal calo nel Comune di Bergamo!).
L'esperienza che abbiamo fatto a Bergamo può essere estesa. Abbiamo capito che serve una drastica riduzione dei punti di rivendita dell'azzardo e presidieremo questo punto, poiché – è un dato incontrovertibile – c'è una correlazione forte tra offerta e consumo di azzardo da parte di soggetti più deboli (disoccupati, cassintegrati, giovani). In Lombardia dobbiamo andare avanti rispetto alla legge no slot del 2013: una legge importante, ma puramente difensiva riferendosi solo alle slot machine di nuova installazione
Giorgio Gori
Il nodo Gratta & Vinci
«In questo quadro estremamente positivo, c’è però un dato sul quale vorrei esprimere rammarico: – sottolinea Gori – si tratta di quello relativo ai Gratta e Vinci, comparto nel quale nel 2016 si era registrato un positivo -7,8% per effetto del regolamento comunale. La sentenza del TAR che ha premiato il ricorso dei tabaccai purtroppo fa registrare nel 2017 +1,7%: è per me segno che fossimo sulla strada giusta e che dobbiamo trovare il modo di riprendere».
Cifre molto inferiori per quello che riguarda la spesa in scommesse online e sportive. A Bergamo si spendono 161 euro procapite in scommesse e l’intero comparto in città incide per il 6% sull’intero consumo di gioco (con 19milioni di euro, cifre non lontanamente paragonabili a quelle di VLT e AWP, che insieme rappresentano il 65% del gioco sul territorio cittadino). In Lombardia la spesa procapite in scommesse è stata di 157€ euro procapite nel 2017 (1,57 miliardi di euro), in Provincia di Bergamo 119€ a testa (131milioni di euro complessivi, +36,8% rispetto al 2016).
In discesa anche la spesa per quello che riguarda Lotto, Superenalotto e Eurojackpot su tutto il territorio lombardo (153,7 milioni di euro raccolti nel 2017, -14,2% rispetto all’anno precedente, a Bergamo la contrazione è più marcata e si registra una discesa del -17,7%), ma questo dato cambia di anno in anno secondo i jackpot; in salita i cosiddetti giochi di abilità (poker, carte, ecc. che segnano un +16% anche se rappresentano solo il 10% dell’intero giocato).
Estendere le azioni a tutela della comunità in tutta la Lombardia
Vista l'efficacia, come estendere il modello a tutta la Lombardia? Molti sindaci (Brescia), hanno già adottato regolamenti ispirandosi al regolamento di Gori. Ma la chiave di volta, spiega Giorgio Gori, che da candidato alla Presidenza della Regione Lombardia ne ha fatto un punto saliente del suo programma, sarà una legge regionale che implementi la normativa in vigore in Lombardia. Normativa che a oggi impone distanze da luoghi sensibili, ma solo alle macchinette di nuove installazione. Serve regolare tutte le forme di azzardo, ponendo (come minimo) in tutta la regione tre fasce "gaming free".
Ci racconta Giorgio Gori: «L'esperienza che abbiamo fatto a Bergamo può essere estesa. Abbiamo capito che serve una drastica riduzione dei punti di rivendita dell'azzardo e presidieremo questo punto, poiché – è un dato incontrovertibile – c'è una correlazione forte tra offerta e consumo di azzardo da parte di soggetti più deboli (disoccupati, cassintegrati, giovani). In Lombardia dobbiamo andare avanti rispetto alla legge no slot del 2013: una legge importante, ma puramente difensiva riferendosi solo alle slot machine di nuova installazione».
Per Giorgio Gori la strada per incrementare seriamente il contrasto all'azzardo in Lombardia passa dunque dall'estensione a tutte le forme di "gioco" del divieto di rivendita a meno di 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili (Ospedali, scuole, asili, Asl..) e dall'introduzione di fasce orarie durante la giornata in cui non si può in alcun modo giocare. Dobbiamo spezzare, spiega Gori, «la complusione e il flusso continuo in cui i giocatori oggi si trovano immersi, con tutte le conseguenze che conosciamo: dallo sviluppo delle patologie all'indebitamento fino all'aggressione dellegame famigliare».
Serve «un'azione di welfare corale che, contro la diffusione indiscriminata dell'azzardo, si proponga politiche efficaci per il tutela della dignità e della salute di tutti i nostri condittadini».
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