Salute

Lotta all’Aids, una testimonianza dal Kenya

Parla Gianfranco Morino, chirurgo, che da oltre vent’anni vive in Kenya. Il 5 dicembre sarà a Roma per presentare il suo progetto per la salute dei bambini nelle baraccopoli.

di Emanuela Citterio

Si chiama Watoto Wetu, ?i nostri bambini? in lingua swaili. È un progetto che parte dal diritto alla salute dei più piccoli per combattere l?Aids, in contesti sociali dove l?incidenza del virus è alle stelle: le baraccopoli di Nairobi. Una doppia sfida per Gianfranco Morino, chirurgo, che da oltre vent?anni opera in Kenya. Il 5 dicembre il medico italiano sarà in Italia, per presentare il progetto in Campidoglio, durante un incontro con il sindaco di Roma Walter Veltroni, l’on. Giovanna Melandri. Insieme a Morino ci sarà anche il medico kenyano Washington Njogu. «Vorremmo creare un centro sanitario su un terreno che dista dieci minuti dalle principali baraccopoli, in una zona dove mancano del tutto strutture sanitarie» anticipa a Vita. In Kenya la mortalità infantile è di 66 casi su mille, ma nelle baraccopoli il dato cresce fino a 160 su mille nascite. «Partiremo dalla pediatria e dalla terapia per impedire la trasmissione del virus da mamma a bambino. Ci occuperemo della salute dalla salute dei più piccoli ma con un?attenzione a tutta la famiglia» spiega Morino. Il centro servirà anche come punto di riferimento per potenziare la prevenzione e l?educazione sanitaria che diversi soggetti svolgono nelle baraccopoli, all?interno di un network già esistente di operatori sociali che operano nei diversi slum. Un?altra sfida sarà la riabilitazione dei bambini disabili: secondo un?inchiesta del quotidiano keniano ?The Nation? sono i più vulnerabili all?Aids, perché più esposti a soprusi e violenze. «La costruzione di un centro di questo tipo non rappresenta l?inizio di un progetto ma la logica conclusione di quello che già stiamo facendo» precisa Morino. Dal 2000 World Friends, la onlus fondata dal chirurgo italiano, è capofila di del programma di prevenzione ed educazione sanitaria approvato dal ministero dell?educazione del Kenya ?Education for life?, direttamente nelle scuole delle principali baraccopoli di Nairobi. «Abbiamo scelto di puntare sulla formazione degli insegnanti» spiega il dottor Morino, «con l?obiettivo di far diventare l?educazione sanitaria una materia come le altre, a partire dalla scuola primaria. E risultati sono incoraggianti. Se qualche anno fa alcuni argomenti un tabù, oggi troviamo nelle classi ragazzi di 12, 13 anni che parlano apertamente degli abusi di cui sono testimoni, del bullismo che i più grandi esercitano soprattutto nei confronti delle bambine» afferma Morino. Il programma di prevenzione svolto nelle baraccopoli approvato dal governo del Kenya si basa sull?idea del ?change behavior?, il cambiamento di comportamento. «Molte organizzazioni che lavorano qui si sono accorte che non basta distribuire preservativi» afferma Morino. «E nemmeno avere a disposizione farmaci serve a volte a salvare la vita delle persone. L?unica soluzione è un approccio integrato. E l?educazione è un investimento a lungo termine, che anche qui, nelle baraccopoli, comincia a dare risultati». www.world-friends.org


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