Salute

Lotta all’Aids: il piano dell’Istituto superiore di sanit

Avrà a disposizione 28 miliardi e comprenderà anche azioni in Africa a favore delle mamme in attesa

di Gabriella Meroni

Un vaccino, il lancio della cosiddetta terapia intermittente, il tentativo di interrompere la trasmissione del virus dell’Aids tra madre e figlio, nuove terapie come quelle sui microbicidi vaginali. L’Italia mette in campi tutte le sue armi per combattere l’Aids soprattutto nei paesi poveri del mondo con un ”Piano strategico” elaborato dagli studiosi dell’Istituto superiore di sanita’ ed illustrato stamane a Roma dal presidente Enrico Garaci. Un piano che, grazie anche ai 28 miliardi messi a disposizione e ad una squadra di 200 esperti, ci pone ai primissimi posti in questo campo. Un virus, quello dell’Aids, e’ emerso oggi nel corso di una conferenza stampa, che e’ tutt’altro che sconfitto, soprattutto nel Sud del mondo dove arriva (in Africa Sub-Sahariana) ad essere la prima causa di morte. I dati forniti oggi sulla diffusione della malattia sono agghiaccianti anche perche’ prendono sempre piu’ le sembianze di donne e bambini. Sono 36 milioni oggi nel mondo le persone colpite dal morbo mentre nel solo ultimo anno si sono registrati oltre 5 milioni di nuovi casi. Sempre nel 2000 i morti per Aids hanno raggiunto i 3 milioni che portano a quasi 22 milioni i morti per questa malattia. Il continente piu’ colpito in assoluto e’ l’Africa sub-Sahariana con 25.3 milioni di persone infette, seguita dai paesi del Sud-Est asiatico con 5.8 milioni di malati. Sempre in Africa sono oltre 12 milioni i bambini orfani a causa dell’Aids (850 mila nel Sud Est asiatico). Se nel mondo l’Aids e’ al quarto posto come causa di decessi (preceduto da ischemie cardiache, problemi cerebrovascolari, infezioni respiratorie) balza al primo posto in paesi dell’Africa quali il Botswana, l’Uganda, il Sud Africa o lo Zambia. Nel campo della prevenzione, per quanto riguarda la trasmissione del virus da madre a figlio, l’Iss ha annunciato l’avvio di uno studio (denominato Simba) che arruolera’ 400 donne in stato di gravidanza in Uganda e Ruanda. L’obiettivo e’ quello di giungere a strategie di profilassi antiretrovirale in grado di impedire l’insorgenza dell’infezione nel bambino a seguito dell’allattamento al seno. ”Una donna su 4 – ha rivelato l’organizzatore del Piano, Stefano Vella – e’ sieropositiva e la probabilita’ di passaggio dell’infezione da madre a figlio e’ altissima”. Rientra in questa strategia la messa a punto di una crema o di un gel vaginale in grado di uccidere il virus nei rapporti sessuali non protetti. Tra questi nuovi metodi per sconfiggere l’Aids e’ stata indicata anche la messa a punto di nuove combinazioni di farmaci, ma anche e soprattutto la possibilita’ di amministrare i farmaci in modo diverso, migliorando la qualita’ di vita delle persone e riducendo la tossicita’ dei farmaci.


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