Formazione

Lotta alla tratta: 3000 salvate in Italia

I dati sono stati forniti dal ministro Prestigiacomo

di Gabriella Meroni

La lotta in Italia contro la tratta degli esseri umani ha permesso di salvare dallo sfruttamento, in quattro anni di applicazione di programmi specifici, circa 3 mila donne. Persone che, molto spesso, subivano violenze ed erano destinate alla morte. Il bilancio delle normative in vigore nel nostro paese contro la moderna schiavitu’ e’ stato presentato dal ministro per le Pari opportunita’, Stefania Prestigiacomo, che rappresenta l’Italia alla Conferenza dei ministri dell’Ue sui temi della diversita’ e dell’ emancipazione, che si sta tenendo a Rotterdam, sotto la presidenza olandese ed il cui intervento e’ stato diffuso a Roma. Prestigiacomo, sottolineando che contro la schiavitu’ e’ necessaria ”un’azione sinergica e coordinata da parte di tutte le nazioni europee”, ha ricordato che nel 2003 e’ stata approvata una nuova legge contro la tratta degli esseri umani: ”essa sanziona duramente le nuove forme di riduzione in servitu’ e schiavitu’. Prima dell’aspetto repressivo la nuova normativa – ha precisato il ministro – affronta anche il versante sociale del dramma delle moderne schiavitu’. Si interviene per potenziare e rafforzare i programmi di recupero delle vittime della tratta che sono previsti nella normativa sull’immigrazione, attuati sul territorio da Ong e finanziati dal ministero per le Pari opportunita’. Tremila finora le donne salvate in quattro anni. Peraltro la nostra normativa non subordina l’inserimento delle vittime nei programmi di protezione e reinserimento sociale dalla collaborazione con le autorita’ inquirenti”. La nuova legge ha, fra l’altro, costituito un fondo speciale ad hoc in cui ”vengono convogliate tutte le risorse economiche frutto dei sequestri dei beni delle organizzazioni criminali che poi sono reimpiegate per finanziare ulteriori programmi di reinserimento sociale e lavorativo delle vittime”. Per il ministro, tuttavia, contro la tratta degli esseri umani, ”e’ essenziale non solo dotarsi di aggiornati strumenti legislativi nazionali ma anche elaborare un’azione sinergica e coordinata da parte di tutte le nazioni europee”. Il ministro ha illustrato i provvedimenti che interessano le politiche per le pari opportunita’ (in particolare, la riforma del mercato che favorisce strumenti contrattuali flessibili per le donne) e ha annunciato che il Parlamento italiano sta per varare una nuova normativa contro le mutilazioni genitali femminili. Questa legge – ha precisato Prestigiacomo ai colleghi europei – ”promuove da un lato campagne di sensibilizzazione sull’inviolabilita’ del corpo femminile e sui rischi dell’ infibulazione, dall’altro configura le mutilazioni genitali come reato autonomo, punibile anche se commesso all’estero da un residente in Italia o a danno di donne o bambine residenti nel nostro paese”. ”Riteniamo – ha concluso il ministro – che nei confronti di questi fenomeni sia necessario che la grande Europa metta in campo tutta la sua moral suasion, ed anche il necessario rigore giuridico, per far si’ che dal confronto fra usi e tradizioni diverse, che devono certamente rispettarsi reciprocamente, emerga comunque un modello di convivenza condiviso, basato sul rispetto universale della dignita’ umana”.


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