Mondo

Lotta al terrorismo, nuove basi Usa nei paesi del Golfo

Dopo anni di gelo, la diplomazia americana a convinto Oman, Qater, Bahrein e Kuwait. Grazie alla caccia al falcone

di Redazione

Gli Stati Uniti sono riusciti a consolidare la loro presenza militare nel Golfo. A parte l’Arabia Saudita, gli altri Paesi della regione, le nazioni moderate e più vicine all’Occidente – Oman, Qatar, Bahrain e Kuwait- hanno di fatto affidato la loro difesa agli americani. Che sono riusciti a cancellare le forti resistenze iniziali con lunga una serie di stratagemmi – dai dentisti militari offerti ai locali, le conferenze itineranti su malattie infettive e perdite di petrolio da parte di esperti americani, fino alle partite di caccia al falcone fra i vertici militari Usa e gli emiri. In questi paesi, e in modo particolare in Qatar, è in corso lo sviluppo di nuove basi e infrastrutture militari, tutte rigorosamente adeguate agli standard del Pentagono. Perché se la strategia di Washington è quella di preparare il nuovo intervento contro l’Iraq, quella dei paesi moderati del Golfo assicurare una difesa efficace contro Iran e Iraq. ”Non sono in grado di difendere il Qatar dall’attacco di una potenza. Abbiamo bisogno degli Stati Uniti nel Qatar, e gli Stati Uniti hanno bisogno di noi” -ha dichiarato il ministro degli Esteri di questo paese, Hamad bin Jassem bin Jabr al-Thani, in una intervista al Wall Street Journal che dedica oggi una lunga inchiesta a questo tema. Il processo è stato graduale e certamente non facile. Il rifiuto del Pentagono di concedere, negli anni settanta, una decina di mitragliette da 0,5 millimetri, al Qatar non era stata dimenticata fino al 1991. Quando l’emiro rispose alla richiesta di Washington di sostegno logistico per l’intervento contro Baghdad esibendo l’antica lettera di rifiuto. Il Pentagono ha dimostrato di aver imparato la lezione. E dopo la fine del primo intervento, l’attenzione del Comando centrale basato a Tampa, in Florida a cui compete il Golfo, l’Asia centrale e il Corno d’Africa, è rimasta concentrata fra Bahrain, Oman, Qatar e Kuwait. Prima della guerra del Golfo, l’ammiraglio a una stella americano che rappresentava la più alta figura in grado nel Bahrain era costretto a vivere e lavorare a bordo di un’unità militare ancorata al largo delle coste, per consentire al governo di affermare che nel territorio non erano presenti militari americani.


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