Economia
Lotta al debito quei numeri che in rosso…
La fondazione presenterà unanalisi di quanto avvenuto negli ultimi cinque anni sulla cancellazione dei crediti. Con un caso che funziona: la Guinea Conakry
di Paolo Manzo
Quando convocò il Giubileo per l?Anno 2000, Giovanni Paolo II lanciò un appello per l?abolizione della schiavitù del debito estero, con l?obiettivo di entrare nel nuovo millennio senza oppressioni che minassero la possibilità di tutelare la dignità della vita di donne e uomini di ogni parte del pianeta. La Chiesa cattolica italiana accolse immediatamente quell?invito e lanciò la campagna ecclesiale per la riduzione del debito estero dei Paesi più poveri. Lo fece tramite un comitato, oggi trasformatosi nella Fondazione Giustizia e solidarietà, che venerdì 13 maggio presenta a Milano Impegni di giustizia. Rapporto sul debito 2000-2005.
«L?obiettivo di questo studio», spiega a Vita Riccardo Moro, direttore della fondazione, «è di fare il punto su quanto è stato fatto e orientare il futuro. Sono tanti, infatti, coloro che ritengono ancora insufficiente quello che, per quanto rilevante, fino ad oggi si è fatto affinché si trasformi il debito da una schiavitù in un?opportunità di sviluppo».
Molto è stato realizzato, spiega la fondazione nell?introduzione del rapporto, ma moltissimo resta ancora da fare e il 2005, a dieci anni dal traguardo del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, si presenta come un anno di svolta, di rilancio dell?iniziativa internazionale sui temi dello sviluppo, del debito e, in particolare dell?Africa, come manifestato dalle priorità dell?agenda del G8.
L?aiuto pubblico allo sviluppo oggi rimane molto inferiore alle necessità e agli impegni assunti e più volte confermati. Inoltre, il programma di remissione del debito estero (Hipc) è più lento del previsto e del necessario; oltre a ciò è convinzione largamente condivisa che la remissione del debito non sia sufficiente, ma che occorrano altri finanziamenti per una distribuzione più equa delle ricchezze, e per una lotta più decisa contro la povertà. I Paesi sviluppati hanno più volte indicato nello 0,7% del Pil il livello minimo dei finanziamenti della cooperazione allo sviluppo, ma tutti gli Stati sono a un livello molto inferiore: l?Europa allo 0,3%, l?Italia a circa lo 0,14%.
Il basso livello di aiuto pubblico allo sviluppo non è solo una scelta dei governi, è anche lo specchio di un?opinione pubblica distratta che non sostiene gli aumenti necessari: e questa è una sfida da raccogliere, di fronte alla quale non vi sono facili soluzioni. Perché, oggi più che mai, è necessario colmare la distanza tra Nord e Sud del mondo, tra Europa e Africa. Il rapporto, che è pubblicato dalla Emi (256 pagine, 14 euro), dà notizia sulla conversione del debito proposta dalla campagna della Chiesa italiana in Guinea Conakry e Zambia, i Paesi scelti per sperimentare un metodo di conversione del debito che coinvolga la società civile locale e non solo i governi.
In Guinea, il fondo locale creato con la conversione del debito, finanziato con una parte del denaro che il governo locale avrebbe dovuto pagare a quello italiano e con la raccolta fondi effettuata con la campagna giubilare, è operativo dal luglio 2003 ed è possibile quindi presentare un primo bilancio delle attività.
In Zambia, invece, le attività scontano il ritardo grave dovuto alle difficoltà incontrate nel rapporto tra i governi italiano e zambiano. Non sono ancora adeguati, cioè, gli strumenti che garantiscono che il denaro liberato vada a favore dei più poveri. Anche in questo contesto una sfida importante è quella di coinvolgere i soggetti locali, in particolare quelli meno strutturati, normalmente emarginati anche dai percorsi tradizionali della cooperazione internazionale.
Seminario a Milano
Parla Sachs
Debito estero: a cinque anni dal Giubileo. Questo il nome del seminario che venerdì 13 maggio si svolge a Milano. Alle 14,30 all?università Cattolica viene presentato Impegni di Giustizia. Rapporto sul debito 2000-2005. Tra gli ospiti il rettore Ornaghi, l?arcivescovo di Milano, Tettamanzi, monsignor Charrier, presidente della Fondazione Giustizia e solidarietà e un videomessaggio di Jeffrey Sachs, consulente speciale di Annan sugli Obiettivi del Millennio. Al Pime, dalle 21, si parla della cancellazione del debito in Guinea Conakry e Zambia con l?intervento del cardinale Attilio Nicora, ex presidente della Campagna ecclesiale per la riduzione del debito estero dei Paesi poveri, e di ospiti zambiani e guineani.
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