Sostenibilità
L’oro nero che ha acceso il motore della competitività
L'impatto di Eni sull'economia
di Redazione
La presenza di Eni in Basilicata sta generando un impatto positivo sull’economia locale. Il cane a sei zampe ha condotto, attraverso la consultazione di oltre 150 soggetti imprenditoriali e sociali attivi sul territorio, una ricerca sugli effetti generati dalle attività petrolifere in Val d’Agri e in Val Camastra. È emersa l’esistenza di un indotto di importanti dimensioni che arriva a beneficiare una buona fetta dell’economia lucana. Quattro imprese locali su dieci, questo il risultato, sono fornitrici dirette o indirette di Eni. La maggior parte di queste opera nella manutenzione o nelle fasi a corollario mentre sono poche le aziende coinvolte direttamente nella realizzazione di pozzi. «L’ampia percentuale di imprese che forniscono altri servizi», si legge nel Bilancio di Sostenibilità 2009 dell’Eni, «si concentra nel settore ricettivo, che rappresenta il comparto maggiormente beneficiato. Tra i vantaggi attribuiti alla presenza di Eni, emerge l’effetto positivo diretto e indiretto sul sistema socio-economico, anche se difficilmente quantificabile, e l’aumento della competitività delle imprese locali».
Il documento individua anche i punti deboli su cui il gigante petrolifero intende concentrare l’attenzione nei prossimi anni. Due in particolare le “aree di miglioramento” indicate: «la necessità di potenziare il trasferimento di know-how e quella di creare forme contrattuali di più lunga durata». Riguardo al contesto generale, negli ultimi anni è stato percepito «un maggior dinamismo economico e l’aumento della qualità della vita, mentre tra i principali limiti si contano la carenza di reti (di trasporto, sociali, ecc.) e la necessità di rendere più efficaci gli investimenti relativi alle royalty».
Le conclusioni della ricerca, inoltre, considerano strategico il trasferimento del centro direttivo delle attività E&P dell’Italia Meridionale al fine di favorire il consolidamento della competitività economica locale. Impresa ma anche accademia. Il Bilancio dell’Eni mette in rilievo infatti le importanti collaborazioni avviate con l’Università della Basilicata. Fra i principali progetti per la tutela degli ecosistemi il documento cita la seconda fase di AgriBioDiversity (ABD) realizzato con l’ateneo lucano e ABD Monitoring. Eni, infine, ha promosso la ricerca universitaria anche attraverso il sostegno con borse di studio per dottorati di ricerca.
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