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Lorenzo Basso: “Basta spot sull’azzardo. La Rai torni al servizio pubblico”

La legge Balduzzi prevede il divieto di pubblicizzare l'azzardo nelle fasce protette per i minori. Ma questo non vieta alla Rai di continuare a mandare spot di casinò online e scommesse durante le partite di calcio. Forse i ragazzi non guardano la nazionale se la partita è alle 24? Ma non è solo questione di "divieti". Ne parliamo con l'onorevole Lorenzo Basso

di Marco Dotti

Rai e azzardo, un binomio possibile? Legalmente – per ora – la risposta è sì. Ma non per molto. E nell'attensa, meglio ribadire un concetto: non esistono solo gli uffici affari legali, a cui delegare risposte in forma di comunicati stampa. Esiste, per fortuna e grazia del Signore, anche il buon senso. Ed esiste l’opinione pubblica, che non è un gregge da indirizzare verso questo o quel prodotto, ma un insieme di cittadini che attorno a certi temi ha maturato e sta sempre più maturando una coscienza civile critica e attiva. L’azzardo è uno di questi temi.

Suona così di particolare attualità il richiamo dell'onorevole Lorenzo Basso – che abbiamo incontrato proprio oggi – promotore dell'intergruppo parlamentare sul gioco d'azzardo, da sempre attivo sul fronte del contrasto alle criticità di un sistema che sarà pure legale, ma fa acqua da tutte le parti.

Dopo Italia-Inghilterra di sabato scorso, Basso ha lanciato una petizione (qui) e inviato una lettera di sensibilizzazione e protesta ai Presidenti del consiglio e di Camera e Senato. 

Onorevole Basso, tra poche ore c'è un'altra partita dell'Italia, non più a mezzanotte, ma in fascia protetta o giù di lì (h. 18). Come si comporterà la Rai? 

Dubito diversamente da come si è sempre comportata. Ma ciò che conta è alzare il livello della consapevolezza, anche in vista di futuri eventi sportivi – il prossimo campionato di calcio è alle porte, ma in Brasile, ricordiamocelo, ci sarà tra due anni anche le Olimpiadi e per quella data confidiamo che molte cose saranno cambiate.

Di certo sarà cambiato il Contratto di Servizio che, siglato ogni tre anni fra la Rai e il Ministero dell'Economia, disciplina le attività dell'azienda del servizio pubblico. Nel 2016, tra l'altro, scadrà la convenzione ventennale per la concessione alla Rai del servizio pubblico radiotelevisivo…

Molte cose accadranno e possono accadere. Nel frattempo, la Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi che ha formulato il parere sullo “Schema di contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana SpA per il triennio 2013-2015″ ha messo dei paletti. Per rinnovare il contratto, c'è il paletto del divieto di spot sul "gioco" nelle emittenti Rai. Questo è un punto importate e, benché non ancora operativo, trovo scandaloso che in Rai non se ne tenga conto. Proprio in termini aziendali, non solo etici…

Che cosa intende dire parlando di "termini aziendali"?

Intendo dire che sai che, come azienda, dovrai firmare un nuovo contratto di servizio, sai che in quel contratto ci saranno determinate condizioni, e tra queste il divieto di trasmettere spot sul gioco. E tu, azienda, che cosa fai? Fai esattamente ciò che il tuo azionista di maggioranza ti chiede di non fare…

Possono sempre dire che per ora non c'è alcun divieto.

Ed è quello che dicono. Dal punto di vista legale, se la mettiamo così, possono fare (quasi) tutto quello che vogliono. A oggi non c'è un divieto, salvo quello previsto dal Decreto Balduzzi.  Ma questa non è una risposta coerente. Proprio perché "servizio pubblico", la Rai non può essere avulsa dal contesto sociale, dal dibattito e dalla sensibilità di un'opinione pubblica che chiede attenzione e cautela. Cautela e attenzione che si devono mettere in grado ancora maggiore quando si trattano temi come quelli dell'azzardo. Sono in corso di discussione e approvazione norme importanti, il Paese è pronto per darsi nuove regole in questo settore. La Rai non può, proprio perché parte di questo Paese e perché da questo Paese sostenuta e finanziata tramite il canone (che, lo ricordo, rappresenta il 60% degli introiti dell'azienda), fare come se nulla fosse accaduto e continuare per la sua strada. 

Legare il calcio e l'immagine positiva di molti campioni dello sport all'azzardo ha però qualcosa che va al di là della questione delle "fasce protette", peraltro previste dalla legge (Legge Balduzzi), non trova?

Eccome. Trovo che l'illusione della "vincita" (scommettendo, puntanto, "giocando"), sovrapposta a quella della vittoria (della Nazionale) sia profondamente fuorviante per i ragazzi. La Rai si sta assumento una responsabilità sociale enorme. Si sta ponendo in una posizione che tutto è, fuorché di servizio pubblico. 

Che cosa si propone, dunque? Di vietare? 

Non mettiamola in questi termini, perché sono termini sbagliati. Mi propongo di sensibilizzare. Un tempo si diceva "l'opinione pubblica va sensibilizzata", oggi mi pare che siano certe dirigenze che vadadano sensibilizzate. Lo "sbaglio", chiamiamolo così, che stiamo vedendo in questo mondiale non si deve ripetere. E non per un divieto, ma per coerenza. Le istituzioni non possono fare da un lato, e disfare dall'altro. Dobbiamo lavorare tutti assieme. Soprattutto ora, che siamo a un possibile punto di svolta.

@oilforbook


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