Salute
Lorenzin: la cooperazione socio-sanitaria è un modello
Il ministero della Salute apre alla proposta di Confcooperative e avverte: «Le sfide da affrontare sono quelle di evitare che la gente emigri per curarsi.Dobbiamo ripensare il sistema da qui ai prossimi 30 anni»
di Redazione
"Non siamo all'anno zero. Il nostro sistema sanitario é unico al mondo: diffuso, gratuito, capillare. Dobbiamo ripensare il sistema da qui a 30 anni in base alle dinamiche demografiche provando a conservare un sistema del welfare così come lo abbiamo costruito. Le sfide da affrontare sono quelle di evitare che la gente emigri per curarsi. Dal ministero della Salute massima apertura e collaborazione a sviluppo un'azione integrata con il modello a rete della cooperazione sociosanitaria". Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo, al Sanit, all'assemblea di FederazioneSanitá Confcooperative in risposta anche all'intervista di ieri rilasciata a Vita.it dal presidente dall'associazione Giuseppe Milanese che è intervenuto nel dibattito (vedi nelle correlate).
"Manca una regia che metta insieme tutte le professionalità della salute in un contesto di crisi di risorse che vede le famiglie partecipare alla spesa sanitaria del Paese per il 21%. In un Paese che non ha saputo costruire un sistema al di fuori dell'ospedale, proponiamo un modello di rete della salute in cui mettere in filiera medici di famiglia, medici specialisti, farmacisti, rsa. Dobbiamo rispondere alla richiesta di assistenza che arriva dal 40% delle famiglie che necessità di assistenza 24 ore su 24 7 giorni su 7. Con il nostro modello proponiamo di assistere altri 7 milioni di italiani e di creare altri 193mila posti di lavoro". Lo ha detto Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanitá Confcooperative presentando il progetto allo stesso ministro Lorenzin.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.