Formazione
L’ora di Fablab. La didattica si fa produzione
Il digitale entra nelle nostre tasche, nelle nostre case e — più faticosamente — nelle nostre aziende: e la scuola? La rubrica “Sharing, idee sulla weconomy” della sezione Forward del Bookazine in edicola a cura di Ivana Pais, docente di Sociologia economica nella facoltà di Economia dell'Università Cattolica
di Ivana Pais
Il digitale entra nelle nostre tasche, nelle nostre case e — più faticosamente — nelle nostre aziende: e la scuola? Il digitale non è un canale attraverso cui apprendiamo conoscenze che restano invariate e non è nemmeno il dominio specifico di pochi che andranno a lavorare nell’Ict. Il digitale permea i processi e prodotti produttivi di beni e di servizi, è uno dei linguaggi che costruisce il nostro mondo e che dobbiamo conoscere per viverci e modificarlo.
Gli imprenditori e i liberi professionisti che per primi si sono mossi in questo ambito hanno creato degli spazi fisici per la condivisione degli strumenti di lavoro e la collaborazione nell’acquisizione e diffusione delle nuove conoscenze. Le regole che li governano sono ben distanti da quelle della scuola: si impara facendo, copiando, sbagliando e scambiando informazioni in modo orizzontale e informale.
Che cosa succede quando questi spazi nascono nelle scuole? Il Miur ha messo a disposizione 45 milioni di euro per finanziare “laboratori territoriali”: spazi innovativi promossi da partenariati tra scuole e attori del territorio.
Le scuole hanno mandato più di 500 progetti e ne sono stati finanziati 58, fino a 750mila euro ciascuno. I progetti finanziati realizzeranno fablab (anche mobili), minifabbriche, serre automatizzate, case dell’energia, teatri di cucina, isole di simulazione di processi di logistica, persino navi scuola. I laboratori saranno aperti anche fuori dall’orario scolastico, per garantire l’accesso a un ampio bacino di destinatari, per iniziative realizzate in collaborazione con aziende e associazioni. La sfida — come sempre — non è infrastrutturale o organizzativa ma culturale. Gli esempi a oggi sono pochi: alla rete delle FabLabs@ School sono iscritte solo cinque scuole in tutto il mondo. I laboratori territoriali sono chiamati a “fare scuola” con obiettivi ambiziosi, che vanno oltre l’innovazione didattica e intervengono direttamente sulle logiche di produzione e sviluppo locale.
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