Politica

L’ora dell’unità

Così i due principali giornali israeliani hanno accolto il risultato elettorale. Netanyahu probabile primo ministro

di Martino Pillitteri

“È  l’ora dell’Unità”, titola l’editoriale di punta del Jerusalem Post, il giornale di riferimento  della destra israeliana. Con i nemici che ambiscono alla sua distruzione; con un segretario delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, che  ha recentemente  formato una commissione per investigare le responsabilità di Gerusalemme nella recente guerra nella striscia di Gaza; con un interlocutore come Mahmoud Abbas che è più impegnato a portare Israele davanti alla corte di Giustizia dell’Aia piuttosto che a negoziare una pace duratura; con Hassan Nasrallah ancora nascosto nel suo  bunker in Libano pronto a um mega attentato terroristico per vendicare la morte di Imad Mughniyeh e la corsa all’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, lo stato ebraico non può permettersi il lusso di perdere tempo in settimane e mesi di negoziati e di trattative. “Ci vuol vuole una leadership subito che sia all’altezza delle sfide.  E’ chiaro, che i due vincitori delle lezioni ( Kadima e Likud) debbano formare un governo di unità nazionale insieme a Yisrael Beiteinu“. E chi dovrebbe essere il primo ministro? Per Il Jerusalem Post è inevitabile che la scelta ricada su Netanyahu. “Alla Livni potrebbe essere affidato un ruolo come vice primo ministro, mentre Avigdor Lieberman potrebbe diventare ministro degli interni. Questo scenario, richiede che Livni e Lieberman mettano gli interessi del paese prima dei loro. Considerando che il paese ha bisogno di una leadership stabile ed efficacie, questo non è chiedere troppo“.
 
“La principessa della tribù”  è invece il titolo dell’editoriale di punta di Haaretz, il giornale di riferimento della sinistra israeliana. La Livni, drenando  voti al partito Laburista a al Meretz, ha battuto la sinistra, ma nello stesso tempo lei è stata battuta dalla destra. “Nessuno ha ucciso la sinistra; essa si è suicidata. In un atto di frenesia tribale, la sinistra si è divisa invece di rimanere unita. Ha abbandonato la politica della verità e dei valori per abbracciare quella dell’immagine. Perché la sinistra ha commesso questo suicidio? Per paura e per odio. La paura di Netanyahu e l’odio per Barak hanno portato la sinistra fuori dalla razionalità. L’odio e la paura si sono ridimensionati in un impetuoso amore per la Livni. E quando la sinistra  s’innamora, essa  smette di farsi delle domande. Nel periodo dell’innamoramento sono proibite le domande. I suoi (della Livni) ultimi successi politici hanno rotto il codice della tribù bianca della sinistra. Lei è stata in grado di diventare  la principessa di questa tribù. Ma questo successo non le permetterà di diventare primo ministro”.
Per Haaretz, molto probabilmente Netanyahu diventerà primo ministro, «ma per prevenire il più nero dei futuri, dobbiamo fare di tutto affinché Kadima diventi il principale alleato del Likud. In queste circostanza, un governo di coalizione Netanyahu-Livni, è il minore dei mali”

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