Il dibattito sull?energia è, dopo il varo del sospiratissimo Protocollo di Kyoto, sempre più all?ordine del giorno e si susseguono interventi, proposte, denunce e dichiarazioni, per ultima quella del presidente del Consiglio, Berlusconi sull?opportunità di riconsiderare l?opzione dell?energia nucleare. La sensazione che si ha è che tutto si faccia purché non si mettano in discussione produzioni e consumi dei Paesi ricchi. Anche gli ambientalisti, che hanno posto il problema non solo delle fonti di energia rinnovabile, ma anche quelli della razionalizzazione degli usi energetici e dell?efficienza energetica, non sempre pongono con la dovuta forza e coerenza il problema cardine della riduzione dei consumi.
Non si tiene nel dovuto conto che comunque un maggior utilizzo dell?energia può portare con sé maggiori produzioni e quindi consumi, conseguentemente maggiori impatti sui sistemi naturali. Non si può infatti pensare che ad esempio irrigare i deserti, rendere abitabili ambienti oggi invivibili, sfruttare ancor più le risorse dei mari, possa avvenire senza significative alterazioni dei nostri ecosistemi. Mentre si cercano nuovi metodi, più o meno utopistici per rendere meno impattante il nostro inarrestabile sviluppo, bisognerebbe iniziare a pensare se tutta l?energia che produciamo e consumiamo lo sia per scopi veramente indispensabili. L?orgia di luminarie nelle città, il proliferare dei trasporti aerei o su gomma, l?aumento dissennato delle temperature nelle nostre abitazioni, l?uso sempre crescente di gadget elettrodomestici può giustificare uno sfruttamento energetico che sta mettendo a rischio la Terra, dalla selva amazzonica (comprese le etnìe in essa ospitate) ai nostri ghiacciai alpini? è giusto utilizzare fonti energetiche alternative solo per produrre ulteriore energia e non per sostituire quelle vecchie? Infatti se vanno ad aggiungersi, indipendentemente dalla loro ?pulizia?, aumentano gli impatti, non fosse che sul piano dei consumi che determinano. è dunque urgente aprire un confronto su come si possa produrre e consumare energia verificando se, a fronte di consumi inutili e spesso nocivi, non si riesca ad accedere alla fonte di energia più virtuosa, meno costosa e dannosa, costituita dal risparmio.
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