Sostenibilità

L’opinioneUna cura sbagliata per l’agricoltura A rischio secoli di tradizioni

di Redazione

La connessione causale tra emergenza agricola mondiale e necessità del ricorso agli Ogm è assai debole e ingiustificata. I fattori che influenzano l’andamento dei mercati e dei prezzi agricoli non sono riducibili al mero aspetto tecnologico, ma sono molto più legati a politiche agricole, ai sussidi pubblici che distorcono i mercati. Gli Ogm non potranno mai fornire una risposta risolutiva alla strutturale rigidità dell’offerta di produzioni agricole: la vera natura del conflitto sugli Ogm è di una guerra industriale e di mercato, combattuta con l’arma della tecnologia e della genetica: c’è in palio l’apertura del lucrativo ed iperprotetto mercato europeo alle proprie sementi, alle proprie colture, ai propri prodotti; e l’abbattimento delle filiere di prodotti locali di alta qualità, ad elevato valore aggiunto e protetti da regole di tutela estremamente stringenti e vincolanti. L’Italia, in Europa, è uno dei paesi più a rischio, è la chiave d’entrata per scardinare l’intero sistema europeo di produzioni, frutto di secoli di cura, adattamento, miglioramento e indissolubile legame con il territorio. In questo, l’Italia mostra caratteristiche peculiari, con un sistema fondiario che poggia su una miriade di coltivatori con una media aziendale nazionale di 5 ettari, normalmente non accorpata ma suddivisa in numerosi e piccoli appezzamenti. E in un sistema così strutturato, i costi da sostenere per coordinare la coesistenza tra coltivazioni tradizionali e Ogm sarebbero proibitivi.
* direttore generale del WWF Italia


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