Famiglia

L’Opera Don Guanella di Roma diventa il set di un film

Il regista salentino Fabrizio Maria Cortese sta girando a Roma “Ho amici in paradiso”, storia di un faccendiere condannato ai servizi sociali che attraverso l’amicizia con le persone disabili che vivono nell’istituto cambierà completamente vita

di Marina Moioli

In Francia ha fatto epoca nel 2011 il film “Quasi amici”, diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano. In Italia il regista e attore salentino Fabrizio Maria Cortese ha iniziato da pochi giorni a girare il suo “Ho amici in paradiso” in un set particolare: l’Opera don Guanella di Roma. La storia in questo caso è quella di un faccendiere condannato ai servizi sociali che, dopo lo smarrimento iniziale, vive un capovolgimento della sua vita grazie proprio alle amicizie con le persone disabili che incontra nell’istituto. Una commedia agrodolce con momenti di allegria, di azione ma anche tanta commozione.

Anche il cast è speciale. Infatti, insieme ad attori noti, recitano anche otto ragazzi disabili accolti nel centro che ne ospita 350, e che nel lungometraggio interpretano la parte di Nicola, Salvatore, Marcello, Antonio, Francesco, Carmelina, Natale e Fabrizio.

L’idea è venuta al regista, che da alcuni anni frequenta quotidianamente l’Opera Don Guanella. «Il progetto è nato proprio un anno fa, mentre collaboravo alla realizzazione di una rappresentazione teatrale per la tradizionale festa dell’Incontro promossa dal Centro guanelliano e osservavo i ragazzi sul palco, impegnati a condividere il frutto dei diversi laboratori teatrali e musicali seguiti durante l’anno», spiega Cortese.

«Questa esperienza permette ai nostri ragazzi di vivere da protagonisti il mondo dello spettacolo, crescere emotivamente nelle relazioni sociali, arricchire in particolare la società grazie al loro contributo di creatività e valori, spesso misconosciuto o sottovalutato», ha sottolineato don Pino Venerito, direttore del Centro di riabilitazione.

Stefano, 64 anni, disabile, che nel film interpreta la parte di Fabrizio, ha invece scritto su un foglietto diretto al regista: «Il cinema è esperienza , cultura, manifestazione che ti arricchisce nell’anima e ti fa provare quel senso di cultura mai provata in vita tua. E infine ti fa provare ad essere attore di te stesso. Bisogna immaginare che siamo tutti chiamati a fare questa esperienza». «Un’avventura che mi ha aiutato a rileggere la mia», sottolinea Rocco, 62 anni, in carrozzina, di origine albanese, che nel film sarà Nicola. «L’iniziale difficoltà ad integrarmi. La domanda: chi sono io per gli altri? E poi il salto, grazie alle premure di tutti, dal portiere al direttore del Centro. Dopo due giorni mangiavo con gli altri. Dopo una settimana, imboccavo io chi non ce la faceva a mangiare da solo».

Prodotto dalla Golden Hour films, il progetto è stato presentato al Ministero dei Beni Culturali come opera prima ad interesse nazionale per l’alto valore culturale; sarà distribuito in Italia e all’estero epresentato nei più importanti festival europei. L’uscita del film è prevista entro la fine del 2015 in occasione del centenario della morte di San Luigi Guanella.

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