Welfare

L’Onu boccia la Bossi-Fini e promuove il pacchetto Prodi

L'opinione dello 'Special Rapporteur'dell'Onu su razzismo e xenophobia, Doudou Diene.

di Redazione

Boccia la linea del governo Berlusconi sull’immigrazione, definisce la Bossi-Fini una legge che “incita alla discriminazione e alla criminalizzazione” dell’immigrato e percepisce nel nuovo esecutivo guidato da Romano Prodi la “volontà politica di un cambiamento rispetto a quanto successo fino ad ora”. Dopo quattro giorni passati in Italia, tra colloqui con esponenti di governo e visite nei centri di permanenza temporanea – in testa quello di Lampeduda – lo ‘Special Rapporteur’ dell’Onu su razzismo e xenophobia, Doudou Diene, tira le conclusioni di quello che ha visto e sentito, usando il chiaro-scuro per dipingere il quadro di un’Italia nella quale “non sembra esserci una situazione grave di razzismo” ma dove si osservano “profonde tendenze alla xenophobia”. Prima di riferire quanto appuntato in questi giorni al Consiglio dei diritti umani e poi all’Assemblea generale dell’Onu – davanti ad una ventina di giornalisti convocati nella sede della Fao – il senegalese Diene punta l’indice contro le “strumentalizzazioni politiche” del nodo-immigrazione alimentate dal governo della Casa delle Libertà: “una retorica”, ammonisce, “entrata di forza in alcuni partiti” che hanno governato l’Italia e che ora pare essere rovesciata dalla propensione del nuovo governo a tutelare la dignità degli immigrati. Così se la legge Bossi-Fini ha avuto “conseguenze estremamente negative” perché “ispirata dalla filosofia dello scontro di civiltà ” che vede l’immigrato come “una minaccia alla comunità nazionale”, Diene – invitato in Italia dal governo per monitorare la situazione – riconosce nel disegno di legge che accorcia i tempi per ottenere la cittadinanza proposto da Giuliano Amato una “bella novità ” che andrà sostenuta fino in fondo quando passerà al vaglio del Parlamento. Di più, sostiene l’inviato delle Nazioni Unite, l’Italia “sembra essere in generale più sensibile” nel tutelare le minoranze etnico-religiose e “sta succedendo qualcosa che potrebbe rovesciare le tendenze” degli ultimi cinque anni. Anche a Lampedusa, racconta Diene, “durante la mia presenza ho assistito all’arrivo di un’imbarcazione carica di migranti, sono andato al porto per osservare la procedura e ho visto organizzazioni umanitarie aiutare le autorità ad accogliere persone che sono state trattate in maniera dignitosa”. Ma se “qualcosa si sta muovendo”, appunto, molto resta ancora da fare perché sono ancora subdolamente presenti nel tessuto del Paese forme di “discriminazione istituzionale” da parte della pubblica amministrazione nei confronti degli immigrati e delle minoranze unite ad una “marginalizzazione socio-economica, culturale e religiose” di quelle comunità, che spesso vedono i loro diritti violati dalle stesse forze dell’ordine con violenze verbali “e a volte fisiche”. Assieme alla denuncia dei mali, il compito di Diene è anche quello di suggerire possibili rimedi. E lo ‘Special Rapporteur’ delle Nazioni Unite ne elenca tre: l’espressione di una chiara volontà politica di contrastare ogni forma di razzismo e xenophobia, la creazione di un organo nazionale per combattere tali forme di discriminazione ed una strategia d’integrazione culturale per favorire il dialogo e la conoscenza tra le culture. Primi passi, auspica, verso una nuova Italia.


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