Mondo

Londra: chiese e moschee aprono le porte agli sfollati della Grenfell Tower

Nelle ore dell’incendio che ha sconvolto la città, la comunità locale si mobilita: chiese e moschee aprono le loro porte e i cittadini prendono permessi dal lavoro e si trasformano in volontari per aiutare gli sfollati

di Ottavia Spaggiari

Londra si stringe intorno alla sua tragedia. Mentre il bilancio delle vittime e dei feriti rimane ancora incerto, le porte delle case rimangono aperte a nord Kensington, nel quartiere della Grenfell Tower, il palazzo di 24 piani e 120 appartamenti dove questa notte si è sviluppato un incendio che la London Fire Commissioner ha definito “senza precedenti”, nei suoi 29 anni di carriera nel corpo dei vigili del fuoco.

Il reverendo Mark O’Donoghue, decano di Kensington, ha aperto le porte della chiesa di St Clement già da questa notte, organizzando gli aiuti e l’intervento dei volontari.

“Abbiamo i volontari qui dalle 3.30 di stanotte, per accogliere gli sfollati evacuati dalle proprie case […] Diamo alle persone una spalla su cui piangere, uno spazio per riprendersi dal caos, tè, caffè e la compassione cristiana che spereresti di ricevere dalla chiesa.” Il reverendo ha poi raccontato dell’enorme risposta dei cittadini, con offerte di aiuto e cibo.

La St Clement Church ha aiutato tra le 100 e le 200 persone e ha diffuso le richieste di donazioni di lenzuola, così da poter offrire agli evacuati un tetto, almeno per questa notte.

Ad aver aperto le porte nel quartiere anche la Moschea di Al-Manaar: “Abbiamo aperto il nostro centro come rifugio temporaneo per chiunque sia stato colpito dall’incendio, chiunque significa chiunque, di qualsiasi fede o ateo. Offriremo anche cibo di emergenza, acqua e l’Iftar (il pasto sera per interrompere il digiuno durante il ramadan).” Si legge nell’avviso diffuso sui social. Ad aver risposto all'emergenza molte organizzazioni e singoli, dalla comunità Sikh ai cittadini che hanno preso un giorno di permesso e hanno letteralmente aperto le proprie case agli sfollati.


https://twitter.com/rey_z/status/874898791668776961
https://twitter.com/MarthaMBennett/status/874876221762547713
https://twitter.com/samwordy/status/874829271033946113

“La comunità si sta dando da fare moltissimo, con le persone che raccolgono cibo, bevande e vestiti e tutti che chiedono se possono dare una mano o se c’è bisogno di cibo. C’è uno spirito di comunità molto buono e molto forte.” Ha spiegato Jon Pewtner, senior emergency response officer della Croce Rossa, raccontando queste ore terribili. “L’atmosfera è tesissima. Le persone sono preoccupate per i propri cari e molti stanno realizzando che hanno perso la propria casa.”

Ancora nessuna dichiarazione ufficiale rispetto alle ragioni dell’incendio. Secondo qualcuno le fiamme sarebbero partire dall’esplosione di un frigo al quarto piano, ma non c’è ancora nulla di confermato. Ciò che ormai è certo è che il Grenfell Action Group, l’associazione dei residenti aveva ripetutamente denunciato la mancanza di sicurezza nel palazzo, affermando che un incendio era già stato evitato dopo un sovraccarico di corrente, nel 2013.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.