Famiglia

L’Ombudsman dei bimbi finlandesi

di Redazione

I servizi alla famiglia offerti dai Comuni finlandesi sono da rivedere. È questo il riassunto dell'”Annuario 2011″ presentato lo scorso 16 giugno dall’Ombudsman per i bambini, ente sotto la direzione del ministero degli Affari sociali finlandese che veglia sui diritti dei minori e definisce le linee guida che i Comuni e le autorità locali dovranno seguire nella progettazione dei servizi rivolti ai minori e alle famiglie. «I bambini non si crescono a distanza», è il verdetto della direttrice, Maria Kaisa Aula, «e non bisogna ingannarsi pensando che i nostri problemi sociali ed economici si risolvano investendo nella carriera dei genitori o tagliando i budget delle amministrazioni pubbliche».
Nella pratica, l’ente chiede ai Comuni di facilitare l’accesso al congedo parentale in modo da poter garantire che almeno uno dei genitori passi la maggior parte del primo anno di vita dei figli a casa. In secondo luogo viene chiesto di garantire l’accesso a contratti di lavoro part time per neogenitori di ambo i sessi, proprio perché «secondo i nostri sondaggi i bambini piccoli vogliono passare meno tempo all’asilo e quelli alle elementari vorrebbero passare più tempo in famiglia», spiega Aula. Infine, l’Ombudsman esige che vengano migliorati i servizi per le famiglie divorziate e per quelle che appartengono a minoranze etniche. «Come decisori abbiamo la responsabilità di garantire il benessere dei bambini ma sono i genitori i primi a doverli educare. A noi il compito, quindi, di sostenere le famiglie affinché possano svolgere il loro ruolo senza affanno».


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