Welfare

L’ombra nera del razzismo

Dietro il gesto di Firenze emerge la realtà dell'ultra destra

di Franco Bomprezzi

Prime pagine dominate dagli effetti della manovra del governo Monti, ma la strage di Firenze ha lasciato il segno, e si sta facendo largo una maggiore consapevolezza delle dimensioni delle frange razziste dell’estrema destra, all’interno del quale si muoveva anche l’omicida-suicida Gianluca Casseri. Continuiamo anche oggi a seguire la vicenda sui giornali di oggi.

“I tre film nella casa dell’assassino” è il titolo della grande fotonotizia a centro pagina sulla prima del CORRIERE DELLA SERA. I servizi alle pagine 32 e 33. “Cortei per i morti di Firenze. Tensione a casa Pound”, apre così pagina 32. Scrive Marco Gasperetti: “Un consiglio comunale straordinario nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, fiaccolate sui luoghi dell’agguato, negozi chiusi, fiori e commozione. Mentre a Firenze si cerca la strada del dialogo per dimenticare la lucida follia di Gianluca Casseri, (e si indaga per scoprire eventuali complici anche morali dell’omicida) a Roma centinaia di manifestanti sfilano per le vie del centro e non mancano momenti di tensione. Dal corteo si stacca un gruppo di un centinaio di giovani, forse antagonisti, che circondano la sede di CasaPound, il gruppo di estrema destra del quale era simpatizzante anche Casseri. Bombe carta, sassi contro la polizia, che reagisce con una carica. Poi torna la calma e la manifestazione finisce senza altri incidenti. È un segnale però inquietante e da non sottovalutare. «Perché l’odio seminato da quell’assassino ora rischia di provocare altro dolore», dice Diop, della comunità senegalese di Pisa ieri a Firenze per manifestare «insieme agli amici italiani»”. Marco Imarisio racconta a pagina 33 il personaggio Casseri: “Callaghan e l’«ordinaria follia» Così l’assassino si è preparato”. Scrive l’inviato del CORRIERE: “Gianluca Casseri è uscito da quella casa sapendo che non ci sarebbe più tornato. Per il suo ultimo giorno di vita ha pulito tutto, anche la vita che stava abbandonando. Ha portato via le lenzuola, svuotato gli armadi, fatto sparire le medicine, il rasoio, lo spazzolino da denti. Cancellare le tracce di una esistenza malata, lasciare solo qualche indizio come spiegazione. Al centro della scrivania sgombra ha lasciato un portapenne con dentro un proiettile usato della sua 357 Magnum. Dagli scaffali, ordinati, pieni di libri e dvd, erano state lasciate in evidenza le copie di alcuni film. Il primo è Ispettore Callaghan, il caso Skorpio è tuo, esordio di Clint Eastwood nella serie dedicata al poliziotto dai metodi brutali, molto brutali, che uccide i cattivi con la stessa pistola usata da Casseri per uccidere gli inermi. Gli altri sono Un giorno di ordinaria follia, con Michael Douglas cittadino modello che non ne può più dei soprusi di ogni giorno e dà di matto, e Dobermann, non proprio un capolavoro della cinematografia francese, monumento all’ultraviolenza ricordato solo per aver fatto conoscere Vincent Cassel e Monica Bellucci”. A pagina 35 la retata romana nell’ultradestra: “Odio razziale, blitz anti Militia”. Scrive Lavinia Di Gianvito: “Centinaia di scritte e striscioni antisemiti, xenofobi e razzisti. Una rivista bimestrale dal titolo programmatico: «Insurrezione». Il tentativo di aggregare gli altri gruppi di estrema destra per dare vita alla «guerra rivoluzionaria». Il progetto, mai realizzato, di colpire con esplosivi gli obiettivi designati. È stato un attivismo frenetico quello di Militia, ieri decapitata da un blitz dei carabinieri del Ros. In carcere Maurizio Boccacci, 54 anni (subito ai domiciliari per motivi di salute), Stefano Schiavulli, 26 anni, Giuseppe Pieristé, 54 anni, Massimiliano De Simone, 43 anni, e Daniele Gambetti, 26 anni. Altri 11 sono indagati. Associazione a delinquere, diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico, apologia di fascismo, oltre a minacce e altri reati, sono le accuse contestate dall’aggiunto Pietro Saviotti e dal pm Luca Tescaroli”. In un altro pezzo, “I proclami via chat «I nostri nemici sono gli ebrei»”, Giovanni Bianconi spiega bene il contesto: “ Ci sono conversazioni, tra quelle intercettate dai carabinieri del Ros, che svelano in maniera fin troppo chiara il modo di pensare del leader: Maurizio Boccacci, 54 anni, neofascista già noto per le sue gesta e peregrinazioni politico-ideologiche-operative nei gruppi dell’estrema destra romana, dal Movimento politico occidentale alla Fiamma tricolore, da Base Autonoma fino, appunto, a Militia. La sera del 16 maggio 2010, parlando con il venticinquenne Stefano Schiavulli, arrestato ieri, Boccacci spiega: «L’ebrei sò nemici, e quello lo sanno, l’amo ripetuto mille volte, no? Però siccome mò questo si è reso responsabile di infamate serie… adesso va attaccato seriamente, capito? Adesso come c’hai ‘na mezza cosa, devono fa proprio attività anti Alemanno, capito?». E più avanti: «Io so’ razzista, capito? … A me che c… me ne frega»”. 

LA REPUBBLICA apre sulla manovra (“Le lobby fermano le liberalizzazioni”) ma in taglio centrale titola: “Razzismo, retata di neofascisti a Roma”. Cinque appartenenti a Militia, formazione fascista capitolina, sono stati arrestati ieri. I servizi da pagina 16 a 21. Si parte con l’inchiesta fiorentina e quindi con le indagini a casa di Gianluca Casseri: fumetti, libri, un machete, soldatini in divisa fascista, l’effige di Mussolini. L’impressione è che avesse pianificato la strage in ogni dettaglio. In città, mentre giustamente la comunità senegalese chiede la chiusura di Casapound, il suo presidente avverte: «temo possa scorrere altro sangue. È in atto un tentativo osceno di dare una matrice politica a questo folle gesto, si sta aprendo una nuova stagione di caccia alle streghe». A fianco la straziante testimonianza di Ndiaye Mor: «ho visto l’assassino negli occhi. Aveva la faccia buona, camminava tranquillo, sembrava un cliente. Invece ha cominciato a sparare. Mio fratello era accanto a me, l’ha colpito per primo». Di seguito il resoconto degli arresti capitolini: “«Guerra contro le istituzioni» in cella cinque fascisti di Militia”. Esponenti di un gruppo estremista ispirato all’odio razziale e alla violenza etnico-religiosa (progettavano da mesi un attentato contro Riccardo Pacifici, leader della comunità ebraica). Ai cinque, contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’odio razziale ed etnico, minacce, procurato allarme e apologia di fascismo (redivivo e troppo a lungo dimenticato). Fra loro Maurizio Boccacci, classe 1955, anarcofascista. Massimo Lugli riposta alcuni dei suoi deliri: «non farei mai giocare i miei figli con bambini negri o ebrei. Difendo l’integrità della razza, della civiltà, dei popoli», «la Shoah è stata la più grande menzogna della storia». Una vita a destra della destra, un «ronin dell’estremismo nero, ex impiegato di banca» che ce l’aveva anche con Alemanno («uno che abbraccia Pacifici e rinnega tutta la sua vita passata». Infine il dossier di Carlo Bonini: “Neofascisti. Dall’assalto ai rom alla furia omicida l’Italia scopre la polveriera nera”: traccia un quadro preoccupante della diaspora neo-nazista, diventata cultura egemone nelle grandi cinture metropolitane. Oltre a CasaPound, attivissima a Roma, Forza nuova e appunto Militia. “Il virus dell’odio etnico” è il commento di Adriano Prosperi: «il Paese è costretto a prendere brutalmente coscienza di qualcosa che è accaduto quasi sotto pelle, strisciando, riempiendo goccia a goccia gli interstizi sociali della convivenza, le maniere di pensare, i comportamenti, le pratiche istituzionali». Dal pacchetto sicurezza del 2008 (fatto da un governo che «ha lungamente e pervicacemente cavalcato il populismo e l’ostilità etnica come strumento di dominio sulle menti impaurite della sua base») fino a oggi.

IL GIORNALE dedica due pagine al massacro di Firenze. In primo piano la cronaca della giornata di ieri in un pezzo di Diana Alfieri “La città piange i senegalesi. Mistero sul movente del killer”.  La giornalista sottolinea come si tratta di «un massacro che ancora non trova un movente» e poi che «c’è un buco di 90 minuti nella ricostruzione dei suoi spostamenti». In basso la testimonianza di Marco Vichi che firma “La mia Firenze piena di paure ma il razzismo è un’altra cosa”. «Un italiano ha ucciso due senegalesi e ne ha feriti altri tre. È successo a Firenze, ma la città – pur da sempre inospitale con chi non è fiorentino – non deve e non può essere tacciata di razzismo. Anzi, Firenze ha reagito con fermezza, e aggiungo qui la mia piena solidarietà alla comunità senegalese. Il primo cittadino, Matteo Renzi, ha incarnato lo spirito della città, la quale ha dimostrato con atti visibili la propria avversione all’orribile delitto di un folle, di un individuo che ha messo mano alla pistola per esprimere il proprio razzismo. Dunque la colpa ricade unicamente su di lui, così come è individuale la responsabilità di quei ragazzini che a scuola si lasciano andare a comportamenti inaccettabili, senza che per questo si debba condannare un’intera generazione. Ma ogni occasione di violenza estrema porta inevitabilmente a riflettere».  

 “I semi dell’odio” è questo il titolo di apertura de IL MANIFESTO che in prima pagina mette anche la fotografia dei fiori sul selciato in piazza Dalmazia. “«Chiudete casa Pound», la comunità senegalese chiede di fermare le centrali del razzismo di stampo neonazista. La città di Firenze reagisce alla strage e si ferma per lutto mentre a palazzo Vecchio la politica si riunisce in seduta straordinaria. A Roma blitz dei carabinieri nel covo di Militia” riassume il sommario che rinvia alle pagine 2 e 3. Sullo stesso tema anche due altri richiami “Fanatici neri – La svolta hitleriana dell’estrema destra italiana” e il commento “Torino e Firenze, cosa succede alle nostre città?”. Pagina 2 si apre su “Firenze in lutto”, “Consiglio comunale straordinario, serrande dei negozi abbassate, chiusi i mercati in piazza Dalmazia e a San Lorenzo. Il sindaco Matteo Renzi: «Non è una città razzista, ma vittima del razzismo»”. Nel commento strillato in prima di Paolo Berdini “Le nostre città, luoghi coltivati dall’odio” si ricordano Torino e Firenze negli anni 60 dove non mancavano segni di solidarietà, si ricordano le azioni di La Pira. E per passare all’oggi osserva «(…) i protagonisti di Torino e Firenze, non sono “mostri”: sono i frutti avvelenati della devastazione culturale. La furia dei liberisti non ha infatti risparmiato nulla e nessuno. Le scuole dei piccoli centri sono state chiuse. Nelle grandi città vivono in perenne stato di instabilità (…) Ciascun cittadino è dunque solo nell’affrontare la vita: la rete sociale del welfare è stata cancellata. Le città sono state ridotte a luoghi anonimi (…)» e si osserva «Stanno in questo devastante deserto le radici dell’indifferenza, del rancore diffuso. E stanno sempre qui i rischi dell’accendersi di una ulteriore spirale di violenza razzista (…) Senegalesi e rom saranno ancora di più, facili bersagli per tutti coloro che vogliono far dimenticare le origini della crisi stanno in un sistema economico ed urbano perverso che non si ha il coraggio di fermare (…)» A pagina 3 l’apertura è per l’articolo di Saverio Ferrari “Evoluzione di stampo neonazista” che esordisce «Gianluca Casseri non sarà il Breivik italiano, ma qualche riflessione su ciò che sta accadendo anche nel nostro Paese è quanto mai doverosa (…)» e spiega «(…) In settori ampi dell’estrema destra italiana è in corso da tempo un’evoluzione di stampo neonazista non sufficientemente colta nella sua gravità (…) Ci riferiamo alla rivalutazione operata da Forza nuova delle formazioni collaborazioniste dei nazisti negli anni Quaranta nei Balcani (…)» Ferrari cita nomi e divisioni di quegli anni di guerra e poi dopo aver citato gli arresti di ieri a Roma aggiunge con riferimento invece a Casa Pound «Su quanto sta accadendo va denunciata la responsabilità specifica della destra istituzionale che ha accolto queste formazioni sotto la propria ala (…) Una responsabilità che accomuna il sindaco di Roma Gianni Alemanno (…) il presidente della provincia di Milano Guido Podestà (…), il Pdl e la Lega sempre pronti a legittimare questa associazione sempre in lotta contro “La società multirazziale”».

IL SOLE 24 ORE in edizione speciale con il primo dorso interamente dedicato alla manovra economica non dà spazio ai fatti di Firenze. 

«Razzismo, no di Firenze»: questo il titolo di prima pagina, in taglio medio, di AVVENIRE. All’interno tre pagine in cui si presenta innanzitutto un “viaggio” nella «Firenze che accoglie» (questo anche il titolo del servizio), che vede in prima fila la Caritas («La comunità senegalese è parte della città», dice il direttore Alessandro Martini) ma anche il centro internazionale studenti Giorgio La Pira, il cui direttore spiega come «Il Senegal è la terra della “Teranga”, cioè dell’accoglienza. Simboleggiata dal leone, è (…) una intraducibile combinazione di accoglienza e ospitalità, forza e coraggio, orgoglio, dignità». AVVENIRE prosegue con un’intervista a monsignor Crociata, segretario della Cei, che osserva come «l’ospitalità e la cura sono condizioni irrinunciabili di una cittadinanza inclusiva e di una vera giustizia sociale». Infine, un altro paginone è dedicato alle reazioni politiche e cittadine all’assurdo episodio, con la cronaca del Consiglio comunale straordinario di ieri, dove erano presenti oltre al sindaco Renzi anche il ministro Riccardi, l’arcivescovo, l’imam e il rabbino oltre a rappresentanti della comunità senegalese. «Non c’è nell’aria sentimento di vendetta», osserva l’inviato di AVVENIRE Giovanni Ruggiero, «piuttosto viene da molti la richiesta di indagare sulle fonti dell’inaudita follia», ovvero da quale «cultura» nasca l’odio. Anche per il ministro Riccardi «il gesto folle è figlio di una cultura del disprezzo», quindi «dobbiamo stare attenti alle parole che usiamo (…) Il linguaggio della vita politica, sociale e civile deve essere diverso e contribuire alla pace, al rispetto e alla comprensione».

«Il killer di Firenze si è ispirato ai film dell’ispettore Callaghan». È il richiamo nella prima pagina de LA STAMPA. Grazia Longo ha intervistato Enrico Rulli, 53 anni, scrittore, editor e docente di scrittura creativa, insieme a lui Casseri aveva scritto il libro «La chiave del caos». Alla domanda «Chi era Gianluca Casseri?» risponde così: un «appassionato della cultura celtica ed esoterica», ma anche «un uomo molto solo e depresso, che ha trasformato in realtà le suggestioni dei film e dei libri che leggeva». E ancora «un pianificatore maniacale del delitto, al punto da liberare l’appartamento da ogni elemento che parlasse di lui, tranne i preziosi libri e fumetti che ha voluto lasciarmi in eredità». Sandro Ruotolo invece racconta l’incontro della comunità senegalese con il ministro Riccardi: «Quando è entrato nella sua stanza, con quel camice verde e il seguito di medici e autorità, Sougou Mor, si è rivolto al ministro per l’integrazione e la cooperazione Andrea Riccardi, parlando in francese: “Ministro, ho avuto una paura terribile”. Lui è uno dei tre sopravvissuti». Si trovava, «l’altro giorno, al mercato San Lorenzo e si è salvato perché ha alzato le braccia a mo’ di scudo, e i proiettili lo hanno colpito agli arti. Ha 32 anni e una fidanzata. “Grazie, ministro, per essere venuto”». Altre due pagine sono dedicate agli ambienti di estrema destra. Da Roma si riferisce dei «neofascisti pronti a colpire al cuore la comunità ebraica», con un reportage dalla «palestra Carnera, dove si allena l’odio dei camerati di borgata».

E inoltre sui giornali di oggi:

CARCERE
IL SOLE 24 ORE – “Troppi ingressi in carcere: 70mila detenuti in un anno”. «Terapia soft o strong contro l’emergenza carceri? Le due opzioni sono sul tavolo del ministro della Giustizia Paola Severino in vista del Consiglio dei ministri pre-natalizio (venerdì o lunedì) che dovrebbe varare il pacchetto di misure anti-sovraffollamento. La popolazione carceraria ha infatti toccato il record assoluto nella storia della repubblica con 67.953 detenuti, 22.000 in più dei posti disponibili. E 28.636 erano in attesa di giudizio, il 42% del totale dei carcerati, ben sopra la media europea del 25%. Perciò, oltre ai provvedimenti già annunciati (si veda Il Sole 24 ore del 7 dicembre), la Severino vuole intervenire anche sulla custodia cautelare (sulla scia di quanto già messo in cantiere dal precedente governo), rendendo obbligatoria la detenzione ai domiciliari – piuttosto che in carcere – per gli imputati di reati puniti fino a 6 anni di reclusione».

GERMANIA
ITALIA OGGI – Il 10% della popolazione tedesca è povera ed è costretta a vivere con meno di 781 euro al mese. A Berlino, il 20% degli abitanti vive grazie all’assistenza sociale. Il pezzo “Povero il 10% dei tedeschi” fa il punto sulla fascia di indigenti che vive in Germania.

CHIESA E ICI
AVVENIRE – «Video bufala, ecco la ricevuta dell’Ici»: il quotidiano della Cei torna sul caso Chiesa e Ici e in particolare affronta il video con cui i Radicali hanno «inchiodato» la casa del Clero di Milano. A inizio settembre Mario Staderini aveva infatti girato un video in cui dimostrava che la Casa del Clero era un albergo ma non pagvava l’Ici. AVVENIRE invece pubblica la ricevuta del versamento dell’Ici, fatto proprio dalla Casa del Clero, pari a 2.430 euro per il 2010. «Bastava», scrive AVVENIRE a proposito del blitz radicale, «anziché raggirare una suora filippina (la portinaia della Casa, ndr), chiedere del rettore. E tutto sarebbe finito lì». AVVENIRE riferisce inoltre che proprio la Casa del Clero era stata oggetto di un controllo del Comune di Milano sul pagamento dell’Ici, risultando in regola. «Verità ristabilita?», si chiude l’articolo. «Non esattamente. Il video ormai gira incontrollato sul web. A riprova di come funzioni la disinformazione».


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