Economia

L’ombra della recessione

La congiunturale del III quadrimestre di Confcooperative mostra i primi segnali preoccupanti. Il 72% dei cooperatori denuncia carenza di liquidità, il 35% la stretta creditizia. In controtendenza le "isole felici" Bcc. Tengono le cooperative sociali

di Redazione

È in linea con l’andamento economico complessivo che si chiude il 2008 per le 20mila imprese del sistema Confcooperative. Si conferma il trend di insoddisfazione emerso già dall’ultima analisi congiunturale. Frena la forte spinta anticiclica vissuta dalla cooperazione fino al 2007, anno che si era chiuso con una crescita a due zeri.
 
«1) Carenza di liquidità e difficoltà a gestire la tesoreria (denunciata dal 72% dei cooperatori); 2) calo degli ordini, della domanda e dei consumi, 3) gli ormai cronici ritardi nei pagamenti della PA e dei privati in generale sono il mix di fattori che determinano una contrazione nell’attività delle cooperative. Queste, come tutte le altre imprese, devono fare i conti con le peggiorate condizioni di accesso al credito (denunciate dal 35% dei cooperatori), fatte le eccezioni per le Bcc e le banche di territorio che sono in controtendenza, sia per la raccolta sia, soprattutto, per gli impieghi». È il commento di Vincenzo Mannino, segretario generale di Confcooperative in occasione della III congiunturale 2008, previsionale 2009 condotta da Elabora, centro studi di Confcooperative.
 
«Nonostante il pessimismo determinato dalle ombre del quadro macroeconomico internazionale ci sono delle luci – dice Mannino –. Le cooperative soffrono molto più che in passato, ma dimostrano di tenere, nonostante un sentimento di preoccupazione che si diffonde. Le cooperative agroalimentari hanno chiuso l’anno con il +4% del fatturato. Cresce ancora l’occupazione nelle cooperative sociali sempre più determinanti nel disegno generale di un Welfare integrato (e di comunità)».
 
«Le cooperative di produzione lavoro e servizi – aggiunge Mannino – accusano battute d’arresto determinate non solo dai tardivi pagamenti, ma perchè risentono della concorrenza sleale, della mancata applicazione dei contratti leader di settore e ancor di più dell’utilizzo di contratti pirata e delle gare al massimo ribasso: tutti fattori che schiacciano i margini delle imprese oneste».
 
«La frenata dell’inflazione – continua il segretario generale di Confcooperative – e la notevole riduzione dei costi di energia e dei trasporti, invece, si innestano positivamente nella complessità economica attuale. Si tratta di riduzioni che consentono di ammortizzare meglio i costi di produzione, per esempio in agricoltura, dove le scelte di aggregazione e di concentrazione consentono di ridurre l’impatto negativo di politiche di qualità sempre più onerose».

«La vera bestia nera – conclude Mannino – è rappresentata dal calo dei consumi interni e dalla decelerazione dell’export. Allo stato le previsioni per l’andamento dell’economia sono al ribasso per il 67,4% dei cooperatori».


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